A Rennes-le-Château l’aria è intrisa di mistero. Si percepisce nel vento leggero che scuote le cime degli alberi fronzuti, nella quiete dei Pirenei in lontananza, nel rumore sordo dei passi lungo il viale per la chiesa di Santa Maddalena. Chi giunge in questo piccolo borgo dell’Aude non lo fa per caso. È guidato dalla forza evocativa del racconto e del mito, dal richiamo di leggende che sussurrano di conoscenze occulte e di tesori inestimabili. Si narra che Bérenger Saunière, parroco della cittadina dalla fine dell’Ottocento, durante i lavori di rifacimento della chiesa abbia fatto una scoperta sensazionale. Il sacerdote avrebbe trovato qualcosa celato sotto il pavimento dell’edificio, forse una grande quantità d’oro, forse un segreto inconfessabile…
Quello che dapprima è solo un sospetto si insinua con forza nella mente dei compaesani, e da quel momento nell’immaginario collettivo, quando Saunière inizia a spendere enormi cifre nei suoi progetti edilizi. Il parroco non solo rinnova la chiesa di Santa Maddalena, ornandola di costose statue e decorazioni lignee, ma fa edificare per sé stesso una sfarzosa residenza privata, Villa Bethania, con la Tour Magdala e un grande giardino. Cosa ha scoperto davvero l’abbé Saunière nei sotterranei della chiesa? Dove ha reperito i fondi per la costruzione delle sue enormi proprietà? Tali domande hanno appassionato per decenni scrittori e investigatori del mistero, i quali hanno contribuito al diffondersi della leggenda di Rennes-le-Château, ciascuno aggiungendo nuovi indizi, nuovi tasselli fino a rendere il mito quasi indistinguibile dalla verità.
L’arrivo di Bérenger Saunière a Rennes-le-Château
Il primo giugno del 1885 a Rennes-le-Château si diffuse la notizia che il nuovo parroco era giunto in città1. Possiamo immaginare Bérenger Saunière, all’epoca trentatreenne, arrancare per il peso dei bagagli sui sentieri collinari del villaggio. Rennes-le-Château, con la chiesa di Santa Maddalena e gli annessi locali, fu eretta secoli or sono su un ameno rilievo all’ombra dei Pirenei. Al sacerdote bastò un rapido sguardo per rendersi conto che il piccolo borgo aveva avuto giorni migliori: molte strutture sembravano cadenti e imperava un generale senso di desolazione.
Così apparivano le rovine del castello della famiglia d’Hautpoul-Blanchefort, che aveva dato il nome al luogo, e soprattutto l’antica chiesa parrocchiale, la quale versava in uno stato di grande precarietà. Le vetrate erano state spazzate da una tempesta, sì che la pioggia e le intemperie devastavano quant’era rimasto ancora integro al suo interno; il tetto era forato e la volta minacciava di crollare2. Anche la casa parrocchiale era inagibile, tanto che Saunière dovette chiedere ospitalità per un periodo a un’anziana signora, Antoinette Marre3. D’altronde il vescovo di Carcassonne, Paul-Félix Arsène Billard, lo aveva inviato in quel paesino di appena duecento abitanti proprio nella speranza che potesse rinvigorirlo, ristrutturando gli edifici ecclesiali.
Saunière trascorse i primi mesi di servizio a Rennes-le-Château preso dalle normali faccende di un parroco. Celebrava una messa al mattino presto, i vespri al primo pomeriggio e si occupava del catechismo per i bambini ogni domenica4. Il sacerdote conquistò da subito la fiducia dei parrocchiani: la corporatura alta e il portamento impostato, la fierezza dello sguardo e l’aspetto curato trasmettevano sicurezza; le omelie schiette e decise rivelavano una personalità risoluta. Nulla faceva presagire l’incredibile storia che si sarebbe sviluppata attorno alla sua figura negli anni a venire.
I diari della contabilità di Saunière
I quaderni in cui il religioso annotava i guadagni e le spese della sua mansione, custoditi al Musée Domaine de l’Abbé Saunière, rivelano un dettaglio di non poco conto per il prosieguo della vicenda. A quel tempo, infatti, Saunière era tutt’altro che ricco e poteva contare solo su uno stipendio trimestrale di duecentoventicinque franchi, erogato dallo stato francese. Dalla stessa fonte si deduce che rimase presso la casa di Antoinette Marre per tre anni, versandole un compenso mensile. Sin dal suo arrivo a Rennes-le-Château il sacerdote annotò su questi registri tutta la contabilità parrocchiale, comprese le ricevute dei fornitori per i suoi lavori edili, abitudine che permetterà di ricostruire alcuni aspetti della vicenda.
La sospensione dello stipendio
Nell’ottobre del 1885 possiamo già rintracciare i prodromi della tendenza politica che guiderà Saunière per tutta la vita, e che darà giustificazione di molte sue azioni. Il parroco di Rennes-le-Château era un convinto antirepubblicano e in quel periodo in Francia si stavano svolgendo le elezioni legislative. Durante la predica di una messa, Saunière lesse un articolo di un giornale locale, La semaine religieuse de Carcassonne, che incitava a votare per i legittimisti della monarchia6.
L’intraprendenza del sacerdote non piacque al Ministro dell’Istruzione Pubblica, delle Belle Arti e dei Culti, René Goblet, che gli fece sospendere lo stipendio7. Saunière fu costretto ad accettare la carica di professore al Petit Séminaire di Narbona, offerta dal vescovo Billard. Solo a gran richiesta dei parrocchiani di Rennes-le-Château venne reintegrato nel servizio il primo luglio del 1886. È chiaro fin qui che Saunière non avesse una grande disponibilità economica. Egli poté tirare avanti solo per una provvidenziale donazione di 1000 franchi da parte della contessa Maria Teresa di Chambord, vedova del pretendente al trono Enrico d’Artois, che così lo ripagava per il suo sostegno alla monarchia.
I lavori nella chiesa di Santa Maria Maddalena di Rennes-le-Château
Con gran fatica, Bérenger Saunière riuscì a racimolare alcuni fondi per l’avvio dei lavori di ristrutturazione della chiesa di Santa Maddalena. La necessità di rimettere in sesto le strutture parrocchiali era stata più volte sollecitata dal vescovo di Carcassone negli anni precedenti e la questione era giunta al punto che non poteva più essere rimandata. Ma le strutture architettoniche erano così compromesse che il comune di Rennes-le-Château si era rifiutato di contribuire, lasciando ogni facoltà al parroco di provvedere a sue spese. Se da una parte ciò rappresentava un grande ostacolo per Saunière, dall’altra gli conferiva una pressoché totale autonomia decisionale. E sopra ogni cosa, impediva che vi fosse un controllo sui lavori da parte delle autorità.
All’inizio del 1887 l’Abbé affidò a maestranze specializzate l’incarico di rimuovere la vecchia pavimentazione di Santa Maddalena e posarne una nuova8. Non sappiamo se Saunière fosse pienamente consapevole della storia di quel luogo sacro o di cosa si trovasse sotto il piano di calpestio. Ciò che è certo è che dal sottosuolo cominciarono a riemergere inaspettate testimonianze dal passato…
Dalla cappella di Santa Maria alla chiesa di Santa Maddalena
La chiesa di Santa Maddalena a Rennes-le-Château aveva origini molto più antiche di quanto potesse sembrare al tempo di Saunière. Solo negli anni più recenti gli archeologi hanno potuto, seppur con alcune lacune, ricostruirne la storia. Ebbene, una prima cappella a uso funerario, dedicata a Santa Maria9, dovette sorgere sul luogo alla fine dell’VIII secolo. Fu commissionata da Guillaume de Razès, dal 778 primo conte di Rhedae, com’era chiamata Rennes-le-Château in età carolingia10. Nel 1887 le tracce di questo edificio erano ancora visibili presso il presbiterio di Santa Maddalena. Uno dei pilastri di sostegno dell’altare maggiore mostra delle decorazioni in tutto e per tutto simili a quelle del rosone occidentale del monastero benedettino di St. Guilhem-le-Désert, che venne fondato proprio da Guillaume de Razès11. I motivi ornamentali del pilastro includono nodi a intreccio floreale, una croce gemmata e le lettere cristiane dell’alfa e dell’omega.
La cappella di Santa Maria era formata da un’unica aula con abside semicircolare. Un muro di tramezzo, al quale era addossato l’altare maggiore, stabiliva la fine della navata, ossia l’ambiente adibito al culto. Lo spazio abisdale era invece impiegato come sacrestia. L’edificio venne ampliato, con ogni probabilità nel secolo XIII, attraverso l’aggiunta di tre arcate e del campanile. Fu inoltre riconsacrato alla Maddalena in risposta alla grande venerazione popolare per la santa diffusa nel Sud della Francia.
Il culto della Maddalena in Francia
Secondo una tradizione in voga nel Medioevo, Maria Maddalena giunse in Francia dopo l’ascensione di Cristo. La leggenda si diffuse nei primi decenni dell’XI secolo su impulso di Geoffroy (1037-1052), abate di Vézelay in Borgogna. Giacché l’abbazia stava attraversando un periodo di crisi economica12, Geoffroy fece redigere alcuni testi agiografici secondo i quali le spoglie di Maria Maddalena erano custodite proprio a Vézelay. La leggenda, in principio ispirata a un’omelia attribuita a Oddone di Cluny (878 circa – 942)13, detta Sermo in solemnitate sanctae Mariae Magdalenae, ebbe la sua versione definitiva in una Via apostolica14. Essa raccontava che i primi discepoli di Cristo, per ordine del Sinedrio ebraico, vennero caricati su una barca senza remi e lasciati naufragare nel Mediterraneo. Ma la zattera non affondò e approdò a riva presso Marsiglia, da dove i santi iniziarono a evangelizzare la Francia. Tra quei discepoli vi sarebbe stata la Maddalena.
“[…] il beato Massimino, Maria Maddalena, suo fratello Lazzaro, Marta sua sorella, e Marcilla serva di Marta, insieme con Cedonio, cieco dalla nascita, ma sanato dal Signore, furono presi dagli infedeli e caricati assieme su di una nave con altri cristiani e abbandonati alle onde del mare, senza pilota, perché andassero tutti a picco. Però, per volere divino, arrivarono a Marsiglia”.
Jacopo da Varazze: “Legenda aurea”. Curatori e traduttori dal latino Alessandro e Lucetta Vitale Brovarone. Editore Giulio Einaudi)??
È interessante notare che la figura della Maddalena sia confusa dalla tradizione con quella di Maria di Betania, sorella di Marta e Lazzaro. Questa particolare interpretazione dei Vangeli, che prese avvio da un’omelia di Gregorio Magno nel 59115, si riscontra anche nelle decorazioni della chiesa di Rennes-le-Château. Un importante luogo legato al culto di Maria di Magdala in Francia è una grotta naturale chiamata la Sainte-Baume. Qui, narra la Vita eremetica beatae Mariae Magdalenae, la santa si ritirò in eremitaggio per trent’anni sino alla morte16. Non lontano sorge la basilica di Saint-Maximin dove nel 1279, grazie ad alcuni scavi voluti da Carlo II d’Angiò, vennero ritrovate le presunte spoglie di Maria Maddalena e di San Massimino. Da quel giorno per la tradizione popolare francese le reliquie della santa riposano a Saint-Maximin-la-Sainte-Baume.
La Dalle des Chevaliers
Saunière dovette intuire l’antico passato della chiesa di Maria Maddalena quando, durante il rifacimento della pavimentazione, venne alla luce una misteriosa lastra di pietra. Il reperto si trovava alla base dell’altare maggiore, lungo la navata centrale, e aveva una delle due facce scolpita in bassorilievo17.
A causa dello stato consunto, le scene rappresentate sono state oggetto delle più varie congetture. La lastra venne denominata Dalle des Chevaliers in quanto, all’interno di due riquadri incorniciati da colonne e archi a tutto sesto, si intravedono figure di uomini e di cavalli. Qualcuno pensò che si trattasse di una lapide tombale con raffigurati dei cavalieri. Da qui nacque l’ipotesi sulla presenza dei Templari a Rennes-le-Château18 che, ovviamente, sotto la pietra avrebbero sepolto un tesoro! Ma in verità la lastra rimonta all’età carolingia, intorno all’VIII secolo, ben prima che nascesse il famoso ordine gerosolimitano.
Cosa era allora la Dalle des Chevaliers? È stato ipotizzato che costituisse parte dell’iconostasi di separazione tra il coro e la navata, oppure l’ancona scolpita dell’altare maggiore. In quanto alle scene raffigurate, spesso è stato proposto che riproducano una battuta di caccia. A noi pare verosimile l’interpretazione della studiosa Gloria Maddalena, che vi legge una Fuga in Egitto, con Maria che si disseta da una fonte in groppa a un asino, mentre regge Gesù bambino, e una Strage degli innocenti, in cui un soldato alza la spada contro un infante19. Si tratterebbe in tal caso di un quadro figurativo coerente sia con la dedicazione della chiesa a Santa Maria, sia con il luogo del ritrovamento ai piedi dell’altare. In ogni caso, all’epoca Saunière non comprese il valore archeologico della lastra e la reimpiegò come gradino della scalinata che conduce alla Croce della Missione, nella piazzetta innanzi alla chiesa.
I lavori a Rennes-le-Château continuano
Ancora nel 1887 Bérenger Saunière affidò a una ditta specializzata l’incarico di montare delle nuove vetrate istoriate nella chiesa, giacché quelle antiche erano state distrutte dal maltempo. Il sacerdote fece ritrarre un ciclo figurativo incentrato sulla santa titolare Maddalena. Dunque si possono ammirare: l’Unzione dei piedi di Cristo da parte di Maria di Magdala presso il rosone absidale; l’Incontro di Cristo con Marta e Maria di Betania; la Risurrezione di Lazzaro; la Missione degli apostoli; una Crocifissione nella sacrestia.
Ancora Maria Maddalena è la protagonista nel bassorilievo del nuovo altare che Saunière fece collocare al posto di quello vecchio. La santa è raffigurata nella grotta della Sainte-Baume mentre prega inginocchiata davanti la croce. È accompagnata dai suoi tipici attributi iconografici: un teschio e un libro. Sotto la scena scolpita, una tavola lignea, distrutta da un vandalo negli anni Settanta, recitava
Jésu medèla vulnérum + spes una poenitentium. Per Magdalenae lacrymas + peccata nostra diluas.
Gesù, medicina delle ferite + sola speranza dei penitenti + con le lacrime di Maddalena lava i nostri peccati.
La scritta non mancò di attirare l’attenzione degli investigatori del mistero in quanto sotto lo strato dei colori si intravedevano altre lettere. Tuttavia, si trattava semplicemente delle stesse parole, che l’artista aveva dovuto ridipingere a causa di una modifica del supporto di legno.
Una misteriosa scoperta
I lavori per la sostituzione dell’altare maggiore prevedevano innanzitutto che venisse smontato quello precedente. L’altare della chiesa era stato ricostruito più volte, l’ultima delle quali prima dell’arrivo di Saunière intorno alla metà del XVIII secolo. In quegli anni il cappellano della famiglia d’Hautpoul, Jean Bigou, aveva fatto addossare al muro di tramezzo tra la navata e l’abside una lastra su due pilastri quadrati di reimpiego, di cui quello decorato risalente al periodo carolingio (VIII secolo).
Gli operai rimossero il piano di pietra e i due sostegni, quindi abbatterono la parete divisoria. In questo momento accadde qualcosa, qualcosa che segnerà la storia di Rennes-le-Château per tutti gli anni a venire. Secondo diverse testimonianze, non sempre tra loro concordi bisogna dire, all’interno del pilastro scolpito vennero trovate alcune pergamene, racchiuse entro un contenitore di legno.
“[…] il campanaro raccolse un vecchio pezzo di legno, simile all’estremità di una capriata, che emergeva dal mucchio di macerie. Quando lo tirò a sé, il pezzo di legno si aprì in due. Si trattava in effetti di una sorta di scatola tarlata da cui uscirono dei piccoli frammenti di ossa e un pezzo di carta arrotolata. Si affrettò a portare l’oggetto della sua scoperta al curato che, dopo averlo esaminato, gli disse: non è niente, sono reliquie”.
C. Corbu, A. Captier, L’héritage de l’Abbé Saunière20.
Le pergamene di Saunière
Sul contenuto degli scritti rinvenuti da Saunière nel vecchio altare di Rennes-le-Château si è favoleggiato tantissimo: essi avrebbero rivelato al sacerdote il nascondiglio di un tesoro. Ora, questi manoscritti dovevano essere minuti. L’unico alloggio possibile nel pilastro è una piccola mortasa, scoperta quando il sostegno venne spostato nel museo cittadino. Saunière l’aveva infatti riutilizzato come basamento per una statua della Madonna di Lourdes. L’incavo sembra più adatto a contenere delle reliquie che delle vere e proprie pergamene.
È facile ipotizzare che quando l’altare venne riconsacrato, forse durante il rifacimento di Jean Bigou, vi fu inserito un frammento osseo appartenuto a un santo. Collocare dei piccoli reliquiari nelle chiese o negli altari all’atto della dedicazione è un’usanza diffusissima nel Cristianesimo sin dai primi secoli. E spesso si lasciava un messaggio manoscritto che attestava la data dell’avvenuta consacrazione e i partecipanti. È molto probabile che Saunière trovò delle pergamene con questo contenuto. L’abate, evidentemente, non vi diede importanza, ritenendo il ritrovamento di poco valore, giacché nulla annotò sui suoi diari. E il silenzio è il terreno fertile della fantasia.
La cripta dei Signori d’Hautpoul di Rennes-le-Château
Non passò molto, infatti, prima che si incominciasse a sostenere che Saunière fosse divenuto ricco grazie alle pergamene ritrovate nella chiesa di Maria Maddalena. In un’altra versione della storia i fogli non si trovavano nell’altare maggiore ma all’interno di una colonnina di legno appartenente a una vecchia balaustra.
Al di là delle congetture, non sappiamo cosa davvero vi fosse scritto in queste pergamene. Ad esempio, oltre alla data di riconsacrazione, che forse accompagnava delle reliquie, non è escluso che esse indicassero la collocazione dell’antica cripta, ossia il sepolcro dei d’Hautpoul, Signori di Rennes-le-Château. La chiesa di Maria Maddalena ne era provvista da sempre e il locale era ancora in uso nel 1695, quando Henri d’Hautpoul dava disposizione testamentaria affinché il suo corpo venisse “inumato nella chiesa parrocchiale di Rennes, tomba dei miei predecessori”21. La cripta venne sigillata intorno al 1740 per volontà del Signore François d’Hautpoul, che un anno prima aveva perso l’unico figlio maschio e ultimo erede del casato di Rennes-le-Château.
Saunière scoprì l’esistenza della tomba dei Signori durante i lavori di demolizione di un altare laterale dedicato a Maria Vergine, ch’era stato fatto collocare dal cappellano Jean Bigou. E anche in questo caso la vicenda è avvolta dal mistero:
“Dopo la demolizione dell’altare, una pietra fu parzialmente sollevata. […] l’abate Saunière congedò i due muratori presenti col pretesto che era ora di mangiare. Ma questi ultimi ebbero il tempo di scorgere un calderone pieno di oggetti brillanti. Ad uno dei muratori che gli chiese di che cosa si trattasse, rispose: “Sono medaglie di Lourdes”.
C. Corbu, A. Captier, L’héritage de l’Abbé Saunière22.
La ricerca della cripta
La lastra davanti l’altare laterale, rimossa dai muratori di Saunière, copriva con ogni probabilità l’accesso alla cripta dei Signori di Rennes-le-Château23. Nei riguardi di ciò che venne trovato, invece, non doveva trattarsi di oggetti di grande valore: il tenore di vita di Saunière negli anni immediatamente successivi non cambiò affatto. Sappiamo che il curato della chiesa Antoine Bigou nel 1792 dovette fuggire in Spagna a causa della Rivoluzione francese ed è possibile che, nella fretta precipitosa, nascose i suoi averi sotto l’altare della Vergine.
In ogni caso la scoperta, e forse l’idea di trovare qualche monile di valore, spinse Saunière a cercare di accedere alla cripta effettuando degli scavi nella piazzetta antistante la chiesa24. Nel febbraio del 1891, con la scusa di dovervi installare una statua della Madonna di Lourdes, ottenne dal comune di Rennes il permesso di recintare l’area, occultando così alla vista dei sospettosi cittadini vanghe e picconi. Il 21 settembre del 1891 Saunière annotava sui suoi diari: “ritrovamento di una tomba, la sera pioggia”.
Il mito letterario di Rennes-le-Château
Già nei decenni successivi molte voci si rincorrevano: il sacerdote aveva trovato il tesoro che i Catari custodivano a Montségur prima della caduta del 1244 o quello, leggendario, dei Templari? Anzi no, l’Abbè di Rennes aveva recuperato il bottino che il visigoto Alarico aveva portato via da Roma durante il sacco del 410…
Noel Corbu e i primi racconti scritti
Noel Corbu era il curatore delle eredità di Saunière, le cui proprietà aveva trasformato in un ristorante. Egli era solito raccontare ai clienti che le pergamene dell’altare avevano rivelato al parroco di Rennes-le-Château il nascondiglio degli ori di Bianca di Castiglia. Era questo il tesoro, si diceva, che la regina di Francia aveva nascosto per evitare che venisse sottratto durante la Crociata dei pastori del 1251, il movimento popolare nato per liberare re Luigi IX dai Musulmani. Corbu era anche uno scrittore dilettante e questa storia comparve nel giornale locale La Dépêche du Midi. Fu l’innesco della leggenda. Come nella costruzione di un grande castello immaginario, pietra dopo pietra, un indizio rivelatorio dopo l’altro, da quel momento si costruì nel tempo il mistero di Rennes-le-Château. Nel paese giunsero a frotte i cercatori di tesori, tanto che nel 1965 il comune fu costretto a vietare gli scavi sulla collina.
L’or de Rennes di Gérard de Sède
Ne 1967 lo scrittore surrealista Gérard de Sède diede alle stampe la sua opera più riuscita: L’or de Rennes ou la vie insolite de Bérenger Saunière, curé de Rennes-le-Château25. Nel libro, un romanzo storico di fantasia, de Sède sosteneva che chi cerca il tesoro maledetto di Rennes-le-Château mette a rischio la sua vita. Qualcuno o qualcosa trama nell’ombra, vigilando affinché il segreto non venga rivelato. Tra il serio e il faceto, lo scrittore affermava di aver avuto accesso alle copie di due delle pergamene scoperte da Saunière, e ne riportava i presunti testi in latino.
Nel primo brano, tratto dal Codex Bezae Cantabrigensis del V secolo, Cristo incontrava la Maddalena a Betania26. L’altro era ottenuto combinando i Vangeli di Marco, Luca e Matteo nel racconto in cui il Messia raccoglie il grano di sabato27. Entrambe le pergamene contenevano, neanche a dirlo, dei messaggi criptati. Una volta decifrati, lasciavano intuire che a Rennes-le-Château vi fosse un tesoro appartenente a Dagoberto II e a suo figlio Sigisberto IV, oltre che a un fantomatico Priorato di Sion.
“À DAGOBERT II ROI ET À SION EST CE TRÉSOR ET IL EST LÀ MORT“
Il testo decifrato di una delle due pergamene pubblicate da de Sède.
Il Priorato di Sion
Ma Dagoberto II (652-679), re della dinastia merovingia francese, non aveva avuto eredi diretti. Chi era dunque tale Sigisberto e cosa era il Priorato di Sion? Per decenni tutti coloro che presero sul serio l’opera di de Sède proposero le più disparate congetture. Furono condotte ricerche e investigazioni, nuovi documenti riemersero dalla polvere di qualche archivio parigino. Alcuni di questi rivelavano le origini del Priorato di Sion, che sarebbe stato fondato a Gerusalemme da Goffredo di Buglione nel 1099 per proteggere i discendenti dei Merovingi sino ai nostri giorni. Altri scritti contenevano le genealogie e la lista dei Gran Maestri dell’Ordine. Tra questi figuravano, solo per citarne alcuni, il fondatore dei Templari Hugues de Payns, l’alchimista Nicolas Flamel, Sandro Botticelli, Leonardo da Vinci, lsaac Newton e Victor Hugo. Possibile che tutto ciò fosse stato ignorato dagli storici sino ad allora?
Le false pergamene e la macchinazione di Pierre Plantard
Difatti, come il rasoio di Occam insegna, la soluzione dell’enigma era la più semplice possibile: le pergamene pubblicate ne L’or de Rennes erano un falso. Non solo, si scoprirà che dietro le opere di Corbu e di de Sède vi era un solo filo conduttore, governato da una sola persona: Pierre Plantard. Plantard aveva un obiettivo molto ambizioso, ossia quello di restaurare la monarchia in Francia e legittimare la sua candidatura al trono come discendente diretto della dinastia Merovingia! Con questa finalità nel 1956 fondò in Svizzera una società segreta chiamata Priorato di Sion. Quindi fece falsificare diversi manoscritti, affermando l’origine nobile e antica dell’Ordine, e li depositò presso la Bibliothèque Nationale di Parigi nel 1967. Allo stesso modo sono falsi i Dossiers secrets che ricostruiscono la perduta genealogia della linea dinastica merovingia, redatti sotto lo pseudonimo di Henri Lobineau.
Plantard incontrò Noel Corbu durante le sue frequenti visite a Rennes-le-Château. Conobbe anche de Sède, al quale commissionò la pubblicazione di un romanzo con le celeberrime pergamene, piene di indizi ed enigmi, realizzate dall’amico falsario Philippe De Cherisey. Attraverso di esse, Plantard voleva rivelare al Mondo che il lignaggio della dinastia Merovingia non si era interrotto. Dagoberto II avrebbe avuto un figlio, Sigisberto IV, che morì a Rennes-le-Château, e una discendenza: i signori locali d’Hautpoul. Plantard affermava di essere l’ultimo erede del casato e pertanto, in successione dinastica, il pretendente al trono di Francia29. Naturalmente, egli sarebbe stato anche l’ultimo Gran Maestro del Priorato di Sion.
Sang Real e San Greal
La gran parte degli storici etichettò l’opera di de Sède per ciò che era: un romanzo di fantasia. Non così fece Henry Lincoln, un giornalista della BBC che credette di avere tra le mani una sconvolgente rivelazione storica. A Rennes-le-Château girò tre documentari di una stessa serie, chiamata Chronicle30, con l’aiuto del collega Michael Baigent e dello scrittore Richard Leigh. La trasmissione ebbe un discreto successo e i tre autori decisero di pubblicare nel 1982 i loro studi in un libro. Essi non solo presero per buona la macchinazione di Plantard, ma alle fantasticherie di de Sède aggiunsero elementi nuovi, sempre più oscuri e al contempo clamorosi. E se Saunière avesse scoperto nelle pergamene un inconfessabile segreto, tanto che qualcuno era disposto a elargire enormi somme pur di tenerlo nascosto?
In The Holy Blood and the Holy Grail gli autori si chiedevano se il tesoro di Dagoberto II fosse qualcosa di immateriale, come una terribile conoscenza esoterica31. Mescolando storia e leggenda, Lincoln, Baigent e Leigh suggerivano che la dinastia dei Merovingi non fosse solo protetta dal misterioso Priorato di Sion, ma che originasse dall’unione tra Cristo e Maria Maddalena! Come vuole la tradizione provenzale, la donna giunse in Francia, dove secoli dopo la discendenza di Cristo ascese al trono per diritto divino.
Da qui un’altra rivelazione: il grembo della Maddalena, che ospitò il Sang Real di Cristo e dei Merovingi, altro non sarebbe che il San Greal, il Santo Graal, la reliquia più sacra della cristianità. Questo segreto, secondo gli autori tenuto nascosto dal Vaticano, sarebbe il vero tesoro maledetto indicato da de Sède ne L’Or de Rennes. Sulla stessa congettura si basò infine Dan Brown per la stesura del celebre e scandaloso romanzo Il codice da Vinci32, ultimo atto di un mito incominciato da molto lontano.
Gli “indizi” di Saunière a Rennes-le-Château
Tutti gli autori che si sono occupati di Rennes-le-Château, ricercandone tesori e misteri, concordano almeno su una cosa: Bérenger Saunière, bizzarro protagonista della vicenda, lasciò una serie di indizi sulla sua scoperta nelle decorazioni della chiesa di Maria Maddalena. In fondo, se interrogata troppo a lungo, la realtà diviene ciò che scegliamo di vedere.
Un primo messaggio nascosto si troverebbe nel basamento della Madonna di Lourdes. Qui Saunière reimpiegò il pilastro carolingio dell’altare, e fece incidere su una lastra orizzontale le parole
O MARIE CONCUE SANS PÉCHÉ PRIEZ POUR NOUS QUI AVONS RECOURS A VOUS
O Maria concepita senza peccato pregate per noi che ricorriamo a voi
Nella parola “MARIE” la lettera A è sovrapposta ad un’altra M: si trattò con ogni probabilità di una svista dell’artigiano, sebbene sufficiente a suscitare un po’ di mistero.
Terribilis est locus iste
Sulle tracce degli indizi che Saunière avrebbe lasciato per indicare la posizione del tesoro, i cercatori hanno meticolosamente posato lo sguardo sull’ingresso della chiesa. Il portale è sovrastato da una tettoia di legno cuspidata, dipinta all’esterno di giallo e bianco. Al centro del timpano fa bella mostra di sé una statua della Maddalena, accompagnata dalla scritta:
REGNUM MUNDI ET OMNEM ORNATUM SOECULI CONTEMPSI PROPTER AMOREM DOMINI MEI JESU CHRISTI QUEM VIDI QUEM AMAVI IN QUEM CREDIDI QUEM DILEXI
Ho disprezzato il regno del mondo e ogni ornamento secolare per amore del Mio Signore Gesù Cristo che vidi, amai, in cui credetti e in cui trovai diletto.
Al vertice superiore del timpano il simbolo della croce è coronato dalla famosa frase che, nella tradizione, profetizzò all’imperatore Costantino la vittoria di Ponte Milvio del 312: IN HOC SIGNO VINCES.
Appena sopra l’arco del portale, su di un cornicione in rilievo, si può leggere l’ormai celebre scritta: “Terribilis est locus iste”, questo è un luogo terribile, un luogo che chiede rispetto! Si tratta di un messaggio occulto tramandatoci da Saunière? Invero le iscrizioni sul portale sono tre e viste in sequenza servono semplicemente ad ammonire i visitatori sulla sacralità della chiesa, nel pieno rispetto della tradizione cristiana.
“DOMUS MEA DOMUS ORATIONIS VOCABITUR”.
“Il mio tempio si chiamerà casa di preghiera”34.
“TERRIBILIS EST LOCUS ISTE HIC DOMUS DEI EST ET PORTA COELI”“Questo è un luogo terribile! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo”35.
Sulla sommità del protiro che sormonta l’ingresso fu apposta l’effige del Sacro Cuore di Montmartre, simbolo associato a una grande devozione popolare in Francia, ma anche agli ambienti cattolici antirepubblicani.
Gli scavi nel cimitero e le scritte del calvario
A partire dal 1893 i lavori di Saunière divennero sempre più onerosi, segno di un’accresciuta ricchezza. Il curato ordinò un nuovo confessionale di legno e nel 1894 fece recintare il cimitero attiguo alla chiesa di Maria Maddalena con costosi cancelli in ferro battuto. Sul frontone d’ingresso fece scolpire il simbolo del Golgota con un teschio e una croce; sull’architrave le parole:
MEMENTO HOMOQUIA PULVIS ES ET IN PULVEREM REVERTERIS
Ricordati, uomo, che sei polvere e polvere ritornerai
Nel frattempo intraprese una corposa opera di pulizia e sistemazione, al punto da riesumare tutte le sepolture precedenti al 1885 e ricollocarle in nuove tombe. In paese, tuttavia, questi lavori iniziarono a sembrare del tutto sospetti. Si raccontava che Saunière si barricasse nel cimitero di notte per effettuare degli scavi clandestini, finché non intervenne il comune e comandò la cessazione delle attività. Ciò nondimeno, accanto all’ingresso del cimitero Saunière volle costruita una casupola con una cisterna; la utilizzerà come studio privato, vigilando che nessuno vi entri mai. Non lo permetterà nemmeno ai pompieri, ivi accorsi per domare un incendio divampato in alcune stalle il 14 luglio 1895, durante le celebrazioni in ricordo della presa della Bastiglia.
Al febbraio del 1897, in occasione di una visita pastorale del vescovo Billard di Carcassone risale l’istallazione di un calvario circolare al centro della piazzetta, proprio di fronte la statua della Madonna di Lourdes. Sul piedistallo che regge la croce Saunière fece incidere quattro iscrizioni:
CHRISTUS VINCIT
CHRISTUS REGNAT
CHRISTUS IMPERAT
CHRISTUS A. O. M. p. S. DEFENDIT
Se le prime tre scritte sono esplicite e di chiaro significato, l’ultima ha dato vita a molte interpretazioni. Tuttavia, la vera soluzione si intuisce osservando il piedistallo dell’Obelisco Vaticano che papa Sisto V fece erigere in piazza San Pietro a Roma:
CHRISTUS VINCIT
CHRISTUS REGNAT
CHRISTUS IMPERAT
CHRISTUS AB OMNI MALO PLEBEM SUAM DEFENDAT
Le enigmatiche statue della chiesa di Maria Maddalena a Rennes-le-Château
Nel 1896 il sacerdote aveva misteriosamente reperito i fondi per la ristrutturazione della casa parrocchiale. Nel medesimo anno decise di rinforzare le strutture murarie della chiesa e di sostituirne la volta, affrescata nel coro con una moltitudine di stelle luminose su uno sfondo blu notte. Alla ditta Giscard di Toulouse, antica e prestigiosa casa di manifatture, ordinò una serie di statue in terracotta policroma per ornare gli interni. La richiesta riguardava un grande gruppo a bassorilievo, largo 3 metri, raffigurante il passo dei Vangeli in cui Cristo afferma “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò“36; delle scene in altorilievo per la Via Crucis; sette statue di 130 centimetri con piedistalli; un fonte battesimale con la raffigurazione scultorea del battesimo di Cristo. Inoltre Saunière volle collocare all’ingresso della chiesa la statua lignea di un diavolo alato che sorregge l’acquasantiera, sormontato da quattro angeli.
Venite a me voi tutti
Il bassorilievo del Venite a me voi tutti, composto da dodici personaggi, fu collocato sul fondo della chiesa. Cristo è al centro della composizione scenica su una collinetta, rimando forse all’altura dove sorge Rennes-le-Château. Le braccia sono aperte come a voler accogliere la folla, dove si possono riconoscere delle donne in atteggiamento di supplica, una madre con dei bambini, un paralitico, un uomo con le mani giunte.
Sul lato sinistro del gruppo scultoreo giace un sacco abbandonato, dettaglio che qualcuno ha voluto leggere come un riferimento al tesoro rinvenuto da Saunière. Invece potrebbe trattarsi di un omaggio a Germana, santa venerata nella regione e canonizzata nel 1867, la cui statua il sacerdote farà installare proprio vicino al bassorilievo. Si racconta che Germana, quando era ancora fanciulla, prese del pane per portarlo ai poveri e lo nascose nel grembiule. I genitori però se ne accorsero e le ordinarono di restituirlo. La santa aprì il sacco del grembiule e, con gran sorpresa, anziché il pane vi furono trovati dei fiori in pieno inverno.
Le statue di Rennes-le-Château e il GRAAL
Sette statue Saunière collocò lungo le pareti della chiesa di Maria Maddalena: Giuseppe e Maria ai fianchi dell’altare maggiore, ciascuno con il bambinello in braccio; sul lato sinistro dell’edificio Santa Germana e Sant’Antonio l’Eremita; sul lato opposto volle San Rocco, la Maddalena e Sant’Antonio di Padova, quest’ultimo su un piedistallo imponente a forma di colonna. La scelta dei santi e la loro posizione all’interno della chiesa ha da sempre suscitato ipotesi di ogni genere.
È stato fatto notare ad esempio, che l’unico santo sistemato “in una posizione d’onore” su un piedistallo più alto è il francescano Antonio di Padova, santo che nella tradizione popolare viene invocato per ritrovare gli oggetti perduti. È possibile che Saunière volesse ringraziarlo per ciò che aveva trovato negli anni precedenti37, magari l’inafferrabile tesoro di Rennes-le-Château?
La scultura del santo è in posizione simmetrica rispetto al pulpito, fatto erigere nel 1891. Tale struttura, ottagonale con baldacchino, presenta lungo i lati dei bassorilievi con gli Evangelisti e Cristo che indica il cielo. Per qualche ragione, l’ordine degli Evangelisti è invertito: Matteo e Marco si trovano a sinistra del Messia, Luca e Giovanni dall’altro lato. Questa particolarità non è sfuggita agli osservatori più attenti, che sulla base della posizione di Luca hanno tracciato una linea immaginaria tra le statue intorno alla Maddalena. Il tracciato così composto forma la lettera M della santa, ma soprattutto le iniziali dei nomi compongono la parola GRAAL. Difatti le sculture si possono leggere in questo ordine a partire dall’ingresso: Santa Germana (G), San Rocco (R), Sant’Antonio Abate (A), Sant’Antonio di Padova (A), San Luca (L). Ora, non è chiaro quanto Saunière fosse consapevole di questo “gioco enigmistico” e quanto sia dovuto al caso.
Il demone Asmodeo
L’orrendo demone inginocchiato, che sorregge l’acquasantiera all’ingresso della chiesa di Maria Maddalena, è divenuto nel tempo uno dei simboli di Rennes-le-Château. La tradizione popolare lo ha identificato in Asmodeo, il diavolo geloso che uccise i sette mariti di Sara prima che venisse scacciato da Tobia38. Il demone alato è la prima figura che si osserva entrando nell’edificio, appena dopo avere scorto la scritta monitoria all’ingresso “Terribilis est locus iste“.
È possibile che Saunière volesse suggerire al visitatore che un terribile e demoniaco segreto fosse custodito in questa chiesa? Eppure la scultura di Rennes-le-Château si può ben inquadrare nella tradizione cristiana e non rappresenta affatto un unicum. Per quanto spaventoso, il diavolo è infatti soverchiato dal peso dell’acquasantiera, che solo a fatica riesce a mantenere. Il significato simbolico è di facile lettura: l’acqua santa del Battesimo sconfigge il maligno. Appena più in alto quattro angeli scolpiti mimano i gesti del segno della croce.
Una Via crucis al contrario?
Anche i quattordici bassorilievi della Via Crucis sono stati esaminati in ogni dettaglio quali forieri di indizi per trovare il tesoro di Rennes-le-Château. La disposizione dei pannelli in senso antiorario è stata sovente interpretata come uno scandaloso sacrilegio, in un certo senso come se la vita di Cristo fosse da leggere al contrario. È stato suggerito che in tal modo Saunière volesse lasciare un messaggio ben preciso, ossia che la storia narrata dai Vangeli sia una menzogna. Ancora i ricercatori del mistero hanno fatto notare che l’XI stazione ha un particolare insolito. Cristo viene crocifisso mentre è notte, ma i Vangeli raccontano che l’oscurità calò soltanto dopo la sua morte.
Allo stesso codice alluderebbe il gruppo scultoreo del fonte battesimale. Cristo sta ricevendo il battesimo ad opera di Giovanni Battista; presso il piedistallo compaiono le lettere alfa e omega, simboli dell’eternità, in un ordine ritenuto “invertito”. Giovanni, precursore di Cristo, si trova infatti in corrispondenza con la lettera omega, mentre il Messia con la lettera alfa. In realtà, nella tradizione cattolica la scelta di affiggere i pannelli della Via Crucis in senso orario o antiorario è assolutamente arbitrario. In genere ciò dipendeva da fattori pratici, come la disposizione degli spazi interni, l’orientamento della chiesa, la presenza di altari o fonti luminose.
I grandi progetti edilizi di Saunière
Saunière non si limitò a ristrutturare la chiesa di Maria Maddalena e ornarla di preziosi arredi. L’Abbè di Rennes-le-Château dal 1898 acquistò alcuni terreni nei dintorni della casa parrocchiale e diede avvio a una monumentale attività edilizia40. L’opera mirava a rievocare i luoghi della Terra Santa legati alla Maddalena, così da costituire un piccolo itinerario di pellegrinaggio che si concludeva nella chiesa intitolata alla santa.
Due anni più tardi incominciarono i lavori di edificazione di Villa Bethania, una grande residenza privata in stile rinascimentale, provvista di giardino, fontane e una balconata panoramica con vista sui Pirenei. Il camminamento venne concepito per connettere una grande struttura a serra a un’imponente torre con merlature, nota come Tour Magdala. L’edificio, edificato in stile neogotico in onore di Maria Maddalena, è composto da due livelli in cui Saunière fece allestire una biblioteca e un deposito per gli attrezzi.
Bérenger Saunière e l’origine della ricchezza misteriosa
La quantità di denaro spesa da Saunière nelle sue attività edilizie non passò inosservata né ai cittadini di Rennes-le-Château né ai suoi superiori. Sappiamo che il curato riceveva di tanto in tanto delle donazioni da alcuni nobili per le sue simpatie monarchiche, ma ciò non basta a giustificare l’enorme ricchezza raggiunta. Pertanto, se si esclude il mito del ritrovamento di un tesoro, dove trovò i fondi che gli permisero di ristrutturare la chiesa di Maria Maddalena e costruire la grandiosa Villa Bethania? Qualche sospetto doveva essere venuto in mente già a monsignor Billard, che nella primavera del 1901 inviava a Saunière due missive. La richiesta, perentoria, tradiva la fonte della smisurata ricchezza: il vescovo intimava al parroco di Rennes di non richiedere più offerte per celebrare messe!
Sebbene il sacerdote avesse trovato effettivamente qualcosa di poco valore durante gli scavi nella chiesa del paese, la vera ragione della sua fortuna si può rintracciare nel colossale traffico di messe per corrispondenza che egli aveva messo in piedi. Si trattava di un’attività ben poco lecita: Saunière inviava lettere e pubblicava annunci su riviste in Francia come in varie parti d’Europa, chiedendo offerte e doni per celebrare messe di suffragio41. In violazione delle norme di diritto canonico, ne riceveva in numero così elevato che non gli sarebbe bastata una vita per officiarle tutte. I diari della contabilità costituiscono una prova inconfessabile di questa furberia, rivelando quale fosse il reale tesoro di Rennes-le-Château. Si scopre, ad esempio, che dal luglio del 1892 al settembre del 1896 Saunière ricevette offerte per l’enorme numero di 7294 messe, come ha potuto appurare lo studioso Jean-Jacques Bedu.
La “resa dei conti”
Alle richieste di spiegazioni del vescovo, Saunière promise di interrompere la vendita di messe, ma in concreto non lo fece42. Pochi mesi dopo monsignor Billard morì. Il successore, Paul-Félix Beuvain de Beauséjour, prese la questione sul serio: dapprima rinnovava a Saunière l’ingiunzione di non chiedere più onorari per le messe43, poi lo convocava di persona per un severo richiamo nel 1909. Giacché il curato di Rennes non accennava a smettere, lo poneva infine sotto processo. Con sentenza datata il 5 dicembre 1911, il tribunale ecclesiastico lo sospendeva a divinis dal ministero sacerdotale. Dopo tre anni Saunière poteva essere reintegrato alla condizione che restituisse alla Chiesa le somme ricevute disobbedendo al vescovo. Tuttavia, non poteva farlo: nel 1905 aveva intestato tutti i suoi averi, compresi i beni immobiliari, alla governante Maria Dénarnaud44. Saunière ottenne il perdono della Chiesa soltanto in punto di morte, il 22 gennaio 1917.
L’eredità di Saunière a Rennes-le-Château
La vicenda di Bérenger Saunière è ormai nota, eppure a Rennes-le-Château sopravvive il fascino del mistero. Dalla cima della Tour Magdala si respira un’atmosfera sospesa, appena scalfita dagli echi della campagna circostante. Si ha come la percezione che un grande enigma si nasconda ancora tra le vie del villaggio. Qui ogni pietra sembra ammantata d’arcano, racchiude l’insondabile. I visitatori camminano piano e con timoroso rispetto. Scrutano le ombre. Osservano i profili delle case, di Villa Bethania e della Tour Magdala. Giungono infine innanzi all’ingresso della chiesa di Maria Maddalena: “Terribilis est locus iste!“, recita una sinistra scritta sull’architrave del portale. Superato l’uscio sono accolti dalla spaventosa scultura di un diavolo, schiacciato sotto il peso materiale e simbolico dell’acquasantiera. Quindi si siedono sulle panche e contemplano le statue dei santi, secondo alcuni foriere di molti indizi. Nella chiesa di Maria Maddalena alberga il silenzio di domande in cerca di una risposta.
Samuele Corrente Naso
Mappa dei luoghi
Note
- La lettera di assegnazione fu inviata al prefetto di Rennes-le-Château dal Vicario Generale il 23 maggio 1885. ↩︎
- P. Jarnac, Histoire du Trésor de Rennes-le-Château, Bélisane, Nizza 1985. ↩︎
- G. Mathelié-Guinlet, Rennes-le-Château: le mystérieux trésor de l’abbé Saunière, Aubéron, 1997. ↩︎
- Abbé Bruno de Monts, Bérenger Saunière curé à Rennes-le-Château 1885-1909, Editions Bélisane, 1989. ↩︎
- Da M. Tomatis, Guida storica all’enigma di Rennes-le-Château, http://www.renneslechateau.it, Licenza Creative Commons BY-NC-SA 4.0. ↩︎
- La semaine religieuse de Carcassonne, 11 ottobre 1885. ↩︎
- La semaine religieuse de Carcassonne, 12 dicembre 1885. ↩︎
- P. Jarnac, Les Archives de l’abbé Saunière. 101 Documents reproduits d’après les originaux, Pégase, Perpignano, 2002. ↩︎
- Ibidem nota 2. ↩︎
- L. Fédié, Rhedae, la Cité des Chariots. Rennes-le-Château: Terre de Rhedae, 1994. ↩︎
- B. Lescure, Recherches archéologiques à Rennes-le-Château du VIII au XVI siècles, in Mémoire de maitrise d’histoire de l’art, Université de Toulouse, 1978. ↩︎
- R. Bumet, Marie-Madeleine (I-XXI siècle): De la pécheresse repentie à l’épouse de Jésus. Histoire de la réception d’une figure biblique, Édition du Cerf, Paris, 2004. ↩︎
- D. Iogna-Prat, La Madeleine du Sermo in veneratione sanctae Mariae Magdalenae attribué à Odon de Cluny, in Mélanges de l’École française de Rome. Moyen-Age, 104, 1992. ↩︎
- Bibliotheca hagiographica latina (BHL) 5443-5449. ↩︎
- Omelia 33 di papa Gregorio Magno il 21 settembre 591 nella basilica di San Clemente a Roma. ↩︎
- Vita eremetica beatae Mariae Magdalenae, 1173 circa. ↩︎
- A. Fagès, De Campagne-les-Bains à Rennes-le-Château, in Bulletin de la Société d’Etudes Scientifique de l’Aude, Volume 20, 1909. ↩︎
- G. Baietti, L’enigma di Rennes-le-Château, i rosacroce e il tesoro perduto del Graal, Edizioni Mediterranee, Roma 2003. ↩︎
- G. Maddalena, Rennes-le-Château: quel che resta del mito, 2019. ↩︎
- Ibidem nota 5, da C. Corbu, A. Captier, L’héritage de l’Abbé Saunière, Bélisane, Nizza 1995. ↩︎
- P. Saussez, Au tombeau des seigneurs, ArkEos, 2004. ↩︎
- Ibidem nota 5, da C. Corbu, A. Captier, L’héritage de l’Abbé Saunière, Bélisane, Nizza 1995. ↩︎
- Ibidem. ↩︎
- Ibidem. ↩︎
- Gérard de Sède, L’or de Rennes ou la vie insolite de Bérenger Saunière, curé de Rennes-le-Château, Julliard, 1967. ↩︎
- Giovanni 12, 1-11. ↩︎
- Luca 6, 1-5; Matteo 12, 1-8; Marco 2, 23-28. ↩︎
- Ibidem nota 25. ↩︎
- P. Jarnac, Les mystères de Rennes-le-Château: mèlange sulfureux, CERT, 1994. ↩︎
- La serie Chronicle composta di tre puntate: The Lost Treasure of Jerusalem?, The Priest, the Painter and the Devil, The Shadow of the Templars. ↩︎
- M. Baigent, R. Leigh, H. Lincoln, Il Santo Graal, traduzione di R. Rambelli, collana Bestsellers, Arnoldo Mondadori Editore, 2005. ↩︎
- D. Brown, Il codice da Vinci, traduzione di R. Valla, Mondadori, 2003. ↩︎
- Ibidem nota 5. ↩︎
- Libro di Isaia 56, 7. ↩︎
- Libro della Genesi 28, 16-17. ↩︎
- Vangelo di Matteo 11, 28. ↩︎
- ibidem nota 2. ↩︎
- Libro di Tobia 3, 8 ss. ↩︎
- Di Hawobo – Opera propria, CC BY-SA 3.0, immagine. ↩︎
- L’architetto incaricato dei lavori è Tiburce Caminade di Limoux. ↩︎
- Jean-Jacques Bedu, Rennes-le-Château, autopsie d’un mythe, Loubatières, Portet-sur-Garonne, 2002. ↩︎
- P. Mensior, Parle-moi de Rennes-le-Château, 2, 2005. ↩︎
- Correspondance de Bérenger Saunière, 1896-1915. ↩︎
- La mossa serviva a evitare la confisca dei beni da parte dello Stato francese, che in data 9 dicembre 1905 promulgò la legge sulla separazione della Chiesa dallo Stato, per la quale i beni ecclesiastici dovevano essere consegnati ad associazioni laiche. ↩︎