Introduzione
Il simbolo della svastica è molto più antico di quanto si possa sospettare. Le prime attestazioni archeologiche sono fatte risalire addirittura al Neolitico, giacché se ne conoscono esemplari presso le incisioni rupestri della Val Camonica. È il caso della rosa camuna, detta a svastica. D’altronde, il simbolo è connesso a molteplici espressioni religiose e differenti culture dell’Europa e dell’Asia, in maniera assai costante nel corso della storia. Tale constatazione è, con ogni probabilità, dovuta alla semplice e lineare rappresentazione grafica, la quale ne ha permesso un utilizzo indipendente nei vari contesti.
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Ad esempio, se ne conoscono significazioni ampie in India, Cina, così come presso i Greci e gli antichi Romani. In ogni caso, la rappresentazione più frequente è contraddistinta da una croce greca con bracci orientati in senso orario o antiorario, verosimilmente derivata da un disco o una ruota.
Testimonianze archeologiche in Italia della svastica
In Italia le testimonianze archeologiche della svastica sono differenti e numerose, e abbracciano molteplici contesti storici. Ne sono esempi:
- la rosa camuna di Carpene, nella Val Camonica;
- il simbolo rinvenuto su una veste femminile presso il Museo Archeologico Nazionale di Paestum;
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- le decorazioni musive pavimentali di epoca romana, presso il Museo di Santa Giulia a Brescia;
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- presso le rovine dell’antica Pompei come frequente motivo ornamentale;
- presso le decorazioni a mosaico di alcuni edifici religiosi paleocristiani di Ravenna, quali la basilica giustiniana di San Vitale a Ravenna e la chiesa di San Giovanni Evangelista;
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- le svastiche scolpite sul sarcofago di Stilicone presso la basilica di Sant’Ambrogio, a Milano.
Significato simbolico della svastica
Potrebbe risultare assai difficile districarsi in questo variegato corpus di rappresentazioni e contesti storici così lontani tra loro. Ciò nondimeno, esiste una matrice di significazione comune che è bene sottolineare sin dal principio. Tale è la svastica come simbolo augurale o di raffigurazione del sole. A ben vedere queste due accezioni, che parrebbero differenti, sono in realtà intimamente connesse, in quanto è innegabile che la fortuna dei popoli antichi dipendesse in primis dall’attività del sole e dei raccolti agricoli. In particolare, la svastica è un simbolo di movimento, in quanto i bracci e il loro orientamento indicherebbe proprio il ciclo solare lungo il giorno, ma anche nel corso delle stagioni. Questa significazione di base è stata particolarmente ampliata nei singoli contesti religiosi o culturali; chiaramente non è possibile addentrarsi in tutte le differenti sfaccettature. A titolo di esempio si pensi all’Induismo, laddove la svastica è associata con il ruotare del mondo intorno a un centro immobile, ed è quindi figurazione della divinità Visnù. Per i buddisti è invece il sigillo della mente e del cuore di Buddha.
Il simbolismo reinterpretato (male)
Dalla fine del XIX secolo la svastica attirò la curiosità di numerosi studiosi e archeologi. Tra questi, vi fu il tedesco Heinrich Schliemann, il quale la rinvenne presso le rovine dell’antica Troia. I suoi studi ispirarono una larga letteratura e un progressivo riutilizzo del simbolo come espressione di buon augurio, forza e movimento vitale. Fu probabilmente per queste ragioni che essa fu adottata dal Partito Nazionalsocialista tedesco, sino a divenirne emblema ufficiale. Nacque così la croce uncinata, ben conosciuta ai nostri tempi, che si differenzia dall’originaria rappresentazione per essere lievemente ruotata in senso angolare.
Samuele Corrente Naso