In primavera le vie di Colmar si rivestono di colore, mentre sobri riposano gli interni della sua collegiata. Da una parte le stradine acciottolate, che come un labirinto invadono gli spazi, s’incuneano tra gli edifici, dall’altra i pilastri e le guglie gotiche rivolte al cielo. Alle finestre delle case a graticcio, pittoresche ed eleganti coi muri pastello e le travi a vista, agghindate con fiori e foglie rigogliose, si contrappongono le vetrate policrome, mistiche e luminose. Le passeggiate lungo i romantici canali della città sono animate di gente, non v’è vicolo, piazza o locale ove non si oda il vociare di gioiosi passanti. Eccetto che nella collegiata di Saint-Martin. Celata nell’anima più antica della città alsaziana, essa custodisce il silenzio. L’edificio gotico è il luogo austero della memoria storica di Colmar. È il segno spirituale di un altrove che, in modo misterioso, accoglie chi fugge dal mondo per qualche attimo d’eternità.

Le origini
La città di Colmar è menzionata per la prima volta da Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno, in un atto di donazione redatto a Francoforte il 12 giugno dell’823. Con tale documento il sovrano cedeva una parte del “fiscum nostrum, nomine Columbarium“, un esteso dominio boschivo di sua proprietà, all’abbazia di Munster1. È probabile, come suggerisce l’etimo, che in queste terre vi fosse al tempo dei Romani una colombaia della vicina città di Argentovaria, da cui deriva il nome di Colmar.

Sul luogo i monaci di Munster insediarono intorno all’anno Mille un preposto a guida di una chiesetta, di cui rimangono alcune evidenze archeologiche. L’edificio possedeva una tripla navata lunga quindici metri, ampio transetto e abside quadrata2. Sappiamo che la struttura fu rinnovata in età romanica ma di essa nulla sopravvive. Con una bolla datata 9 giugno 1234 papa Gregorio IX la elevò al rango di collegiata3, quindi gli abati di Munster decisero per una sua totale ricostruzione4.

La collegiata di Saint-Martin a Colmar
I lavori del nuovo e imponente edificio presero avvio dal coro, con pianta absidale poligonale a “cinque ottavi” ancora legata al romanico tipico dell’Alto Reno5. Tuttavia, con il progredire della costruzione, presto si impose uno stile gotico arioso e slanciato. Una tripla navata fu dotata di alti pilastri a fascio ed eleganti archi a sesto acuto.

Un tale magister Humbert, come attesta un’iscrizione sul portale meridionale di San Nicola, realizzò il transetto e la navata. A metà del XIV secolo il coro fu rinnovato su progetto dell’architetto Guglielmo di Marburgo e dotato di grandi vetrate policrome6. La copertura, con volta a crociera ogivale, fu terminata soltanto alla fine del XV secolo.

La facciata rivolta a occidente
Il prospetto occidentale è scandito da quattro contrafforti verticali, che gli conferiscono ordine e linearità. A pian terreno il portale centrale, realizzato tra il 1310 e il 1325, è sormontato da una cuspide traforata con rosone e guglie, dominata dalla figura di Saint-Martin a cavallo. La lunetta dell’ingresso ospita in due registri sovrapposti le sculture dell’Adorazione dei Magi e di Cristo in trono con angeli che reggono gli strumenti della passione. Sobri sono invece i portali laterali, coronati da archi trilobati e cornici aggettanti triangolari. Il registro superiore della facciata, cuspidato, ospita invece due bifore laterali e al centro una grande finestra composita con monofore lanceolate, trafori trilobati e rosa circolare.

La porzione destra del prospetto è dominata dalla presenza di una possente torre campanaria quadrangolare, l’unica ad essere stata completata delle due previste nel progetto di Guglielmo di Marburgo. Il campanile è concluso in cima da una lanterna a bulbo di età rinascimentale, aggiunta per riparare i danni di un incendio incorso nel 1572. I fianchi della torre sono ingentiliti da bifore e sculture di vescovi entro nicchie e loggette ricavate sui contrafforti angolari.

Il portale meridionale del transetto
Di gran pregio è il portale meridionale del transetto, risalente alla metà del XIII secolo e detto di San Nicola. Il vescovo si erge sulla lunetta sotto un arco retto da colonne, provvisto di mitra e pastorale. Nicola è rappresentato mentre compie i suoi miracoli più celebri: salva con i suoi doni alcune fanciulle povere dalla prostituzione e resuscita dalla morte tre innocenti. Un registro superiore ospita il tema del Giudizio Universale. Alla destra del Cristo, benedicente, vi è la processione degli eletti, invece alla sua sinistra i morti fuoriescono dai sepolcri. La scena termina con una rappresentazione allegorica della bocca dell’inferno che inghiotte i dannati.

Le ghiere dell’archivolto sono decorate con motivi fitoformi e, più esternamente, con sculture di personaggi biblici, musici, salmisti, santi e vescovi che convergono verso un Cristo in trono. Gli stipiti del portale meridionale, a strombo, sono caratterizzati da colonne ed elementi di reimpiego del precedente edificio romanico, tra cui figure di uomini ignudi e severi mascheroni.
Gli ornamenti e le architetture gotiche di Saint-Martin a Colmar
Sull’ordine più alto del prospetto meridionale del transetto una grande vetrata policroma, entro un arco a sesto acuto, è composta da due trifore con oculi quadrilobati e un rosone centrale esalobato. Una balaustra apicale è retta da mensole scolpite con magistrali rappresentazioni di santi e profeti.
Il prospetto laterale della collegiata permette di apprezzare l’uso sapiente dei contrafforti con pinnacoli e degli archi rampanti. Sono queste le strutture che permettono di elevare la Collegiata verso il cielo senza compromettere la stabilità. Una serie di finestroni con vetrate policrome permette di inondare la navata di mistiche sfumature della luce. I doccioni assumono le forme di un ampio campionario del bestiario medievale. Un leone, un cinghiale che afferra un uomo, arieti, pecore, maiali e vari mostruosi gargoyles osservano severi i colori primaverili della città.
Samuele Corrente Naso
Note
- Ludovicus Pius, Diplomata ecclesiastica, p133, 3, Francoforte, 823. ↩︎
- G. Braeuner: Colmar: un itinéraire à travers l’histoire, ID L’Edition, 2003. ↩︎
- Archives de l’ancien Evêché de Bâle, IX – XIX secolo, A 41 Colmariensis ecclesia collegiata, 1234-1790. ↩︎
- Ibidem nota 1. ↩︎
- P. Anstett: Das Martinsmünster zu Colmar: Beitrag zur Geschichte des gotischen Kirchenbaus im Elsass, Mann, Berlin 1966. ↩︎
- R. Recht, L’Alsace gothique de 1300 à 1365, Colmar, 1974. ↩︎