I segreti della Cattedrale di Ruvo di Puglia

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La Cattedrale di Santa Maria Assunta si affaccia su un elegante piazzetta del centro storico di Ruvo di Puglia. La facciata si slancia in maniera quasi inaspettata verso il cielo, fregiandosi del magnifico rosone circolare. Poco più in basso, gli straordinari portali romanici invitano i passanti a ricercare la quiete mistica che si respira all’interno dell’edificio. Accostato al fianco meridionale, ecco stagliarsi il campanile geometrico, caratteristico punto di riferimento paesaggistico da cui nacque la ricostruzione architettonica e culturale dell’intero borgo.

Ruvo di Puglia, premesse e contesto storico

Ruvo di Puglia, come altre numerose città della regione, dovette traversare secoli di incertezza, talvolta di devastazione. Sono ancora vivide nell’immaginario collettivo le vicende delle invasioni barbariche che nel V secolo, per mano dei Goti, rasero al suolo l’insediamento bizantino. Dall’847 Ruvo fu poi adibita ad accampamento militare dai Saraceni. Soltanto con l’avvento dei Normanni, allorché Ruggero d’Altavilla conquistò la Puglia intorno al 1040, il borgo andò incontro a un periodo di pace. All’epoca Ruvo di Puglia appariva quindi come una città da ricostruire, sia dal punto di vista architettonico che di una propria identità culturale. Non migliorarono la situazione alcuni eventi bellici che, alla metà del XII secolo, finirono per distruggere anche ciò che era rimasto in piedi. Il rifacimento cittadino incominciò dalla cattedrale, ossia da un luogo che potesse re-incarnare i valori cristiani e al contempo ridare lustro al centro storico.

La nascita della Cattedrale

Le vicende relative alla nascita della Cattedrale di Santa Maria Assunta sono poco note. È stato ipotizzato che essa ebbe atto propulsivo tra il XII e XIII secolo, forse sotto il  regno di Federico II di Svevia. A causa della pressoché totale mancanza di fonti documentali, la sua età può essere infatti desunta solo attraverso alcuni indizi. Una lapide, custodita presso la Cappella del Santissimo, sembra attestare che l’edificio fu eretto per volere di Roberto II di Bassaville, conte di Loretello e Conversano, e del vescovo Daniele1. Inoltre, è noto che lo stesso religioso, in seguito alla morte intercorsa dopo il 1183, fu sepolto in un’altra chiesa giacché la Cattedrale non era ancora ultimata2.

I rifacimenti

L’edificio appare oggi assai diverso rispetto a come doveva essere in origine. In primis le relationes ad Limina Apostolorum del vescovo Gaspare Pasquali rivelano il rifacimento di alcune porzioni degli interni. Nel 1697 venne collocato un nuovo altare maggiore poiché il precedente era stato distrutto e sostituito con un trono per il duca di Andria, Ettore Carafa.

Anche le cappelle interne dovettero subire vistosi rimaneggiamenti, in numero e in stile, come affermato da una lastra datata 1749 e collocata sulla porzione destra della facciata. Il vescovo Giulio de Turris ebbe ad affermare in proposito che “la chiesa cattedrale […] è ormai splendente in forme più eleganti”3. L’aggiunta delle cappelle, aggregate lungo il fianco destro dell’edificio, creò un problema di asimmetria laterale. Si decise così di allargare la facciata di 2,4 metri per lato, così da definire un prospetto omogeneo verso la piazza.

Le cappelle aggiuntive furono infine demolite durante i restauri del XX secolo, eseguiti per riportare la chiesa allo splendore romanico. A tal fine fu ricostruita la spazialità originaria attraverso la ridefinizione dell’antico muro perimetrale. Ancora oggi, in una stretta intercapedine che decorre lungo il fianco destro, da cui si accede all’ipogeo, si possono osservare tracce dei cicli pittorici che un tempo ornavano le cappelle.

Descrizione stilistica Cattedrale di Ruvo di Puglia

La Cattedrale di Ruvo di Puglia è uno straordinario esempio di Romanico pugliese, preservato in maniera mirabile attraverso gli oculati restauri novecenteschi. La facciata, che tradisce i nascenti influssi gotici dell’epoca, si apre su tre eleganti portali. Gli ingressi sono fiancheggiati da quattro  semicolonne addossate alla parete, che dovevano fungere da supporto per un portico mai realizzato.

Il portale centrale, a tutto sesto, appare straordinariamente decorato con fregi e bassorilievi. Nell’arco superiore dell’intradosso sono raffigurati Cristo, la Madonna e San Giovanni Battista, oltre ai dodici apostoli ed alcuni angeli. L’arco centrale è caratterizzato, invece, dalla presenza dell’Agnus Dei e dei quattro evangelisti. Conclude la decorazione del portale l’arco interno, sul quale figurano al centro due splendidi pavoni, figurazione di Cristo e dell’Eucarestia. Il portale centrale è affiancato da due strette colonne che poggiano su leoni stilofori, a loro volta sorretti da telamoni, e terminano con grifoni presso la porzione superiore. La chiave di volta del portale è invece coronata da un’aquila. Motivo ricorrente dell’intero edificio è la presenza di archetti pensili, sostenuti da mensole scolpite con figure zoomorfe, antropomorfe e motivi vegetali.

Dettagli della facciata

Sorprendente è la porzione apicale del prospetto a salienti, che affascina con il suo rosone a dodici raggi e l’arcana scultura del sedente. Il sedente è una figura di uomo assisa su un trono, forse rappresentato nell’atto di reggere il modellino della Cattedrale. Egli era, con ogni probabilità, il finanziatore della chiesa: ammantato di una tunica con cintura, vi è stata riconosciuta la personalità di Roberto II di Bassaville4. Ciò nondimeno, non è escluso che possa trattarsi di Federico II di Svevia, sovrano che diede il beneplacito per la costruzione del tempio sacro.

Una statua di Gesù Risorto definisce l’apice del prospetto mentre, appena sotto il rosone, in prossimità di una bifora spicca la figura di San Michele Arcangelo.

Gli interni della Cattedrale di Ruvo di Puglia

La Cattedrale è a croce latina con tre navate, separate da pilastri cruciformi. Le navate laterali sono coperte da volte a crociera, mentre quella centrale è sormontata da capriate lignee. I capitelli dei pilastri sono scolpiti con motivi fitoformi e antropo-zoomorfi mentre la spazialità degli ambienti è accentuata attraverso un sapiente utilizzo della luce, la quale penetra attraverso trifore e bifore ed evidenzia la bellezza del ballatoio lungo la navata centrale.

Il Campanile

Il campanile è il primo nucleo dell’intero edificio. Esso risale all’anno Mille e possedeva in origine la funzione di torre difensiva. La struttura fortificata, sopravvissuta alle devastazione del XII secolo, fu inglobata nella nascente cattedrale con l’aggiunta di due ulteriori piani5.

Fregi e simbologia

La Cattedrale di Santa Maria Assunta ospita parimenti un variegato corpus di elementi simboli e decorativi. Soprattutto a livello scultoreo, ivi la raffigurazione di mostri e animali rimanda a quelle credenze medievali che trovavano analogia tra il terrestre e lo spirituale. Nelle rappresentazioni del romanico e del gotico, le quali prendono le mosse dalla letteratura dei bestiari e del ben noto Physiologus, si nascondono i vizi e le virtù del cristiano.

Il leone e l’aquila

Tra queste vi è la figura del leone, simbolo di Cristo che veglia sulla Chiesa. L’animale è presente nelle vesti di stiloforo sul portale centrale e come protome decorativo sulla facciata, assumendo il ruolo di guardiano dell’edificio. Il leone, infatti, aveva la duplice funzione di tenere gli spiriti del male fuori dallo spazio sacro e di ammonire chi si accingeva a oltrepassarne la soglia: solo l’uomo meritevole può accedere alla casa di Dio, terribilis est locus iste. 

Anche l’aquila era figura di Cristo, in quanto ne rappresentava la natura celeste. Il simbolo dell’animale è presente sull’archivolto del portale centrale.

Il grifone

Le figure escatologiche del leone e dell’aquila si fondono in quella del grifone, mitica creatura che possiede pertanto la duplice natura terrestre e celeste del Cristo. La simbologia del grifone è molto antica ma in epoca medioevale venne riadattata al contesto della teologia cristiana. A Ruvo di Puglia l’animale fantastico si rinviene ai lati del portale centrale della cattedrale, immagine di Cristo-che-accoglie. Il grifone, dalla testa d’aquila e corpo di leone era tuttavia connotato, come di consueto nell’arte medioevale, anche di significati negativi. La sua natura ferina lo rendeva metafora del diavolo. Posto all’esterno dell’edificio fungeva dunque da monizione avverso il peccato.

L’agnello

Sul portale centrale, spicca tra i fregi del secondo arco la figura dell’Agnus Dei con la croce. La simbologia di tale animale risale all’epoca paleocristiana e ha mantenuto il suo originario significato sino ad oggi. Esso è Cristo, l’agnello condotto al macello del profeta Isaia che si sacrifica, senza opporre resistenza alcuna, per la remissione dei peccati dell’umanità6.

La Ruota della Fortuna di Ruvo di Puglia

Sulla facciata, appena al di sotto della bifora con San Michele Arcangelo, è incastonato un piccolo gruppo scultoreo, elemento forse di reimpiego della preesistente cattedrale. Potrebbe trattarsi di una rappresentazione della Ruota della Fortuna, simbologia medievale che vuol ricordare la natura effimera delle cose e della gloria sulla terra. Il cristiano è invece chiamato a ricercare le ricompense spirituali e il regno dei cieli. Il fregio si apre centralmente come fosse un rosone in miniatura, costituito da un elemento circolare che mima i petali di un fiore della vita. Il gruppo è adornato con motivi fitoformi ed è circondato da un’iscrizione che recita il versetto di Matteo 11, 28: “Venite a me voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò”.

Sulla porzione apicale della Ruota della Fortuna vi è la scultura, invero molto danneggiata, di un re oppure di Dio Creatore. Inferiormente invece si colloca un drago, simbolo del diavolo e della perdizione eterna. Fanno da coronamento alla ruota due angeli posti ai lati.

L’ipogeo della Cattedrale di Ruvo di Puglia

Durante i restauri della Cattedrale eseguiti nel 1935 fu necessario abbassare il piano di calpestio del transetto e delle navate. I lavori si rivelarono nel tempo molto difficoltosi poiché la pavimentazione assorbiva una forte umidità dalla provenienza sconosciuta. Per gettare luce su questo curioso mistero si dovette attendere fino al 1975 quando furono condotte alcune analisi topografiche e stratigrafiche sul sottosuolo di Ruvo. Si scoprì con gran sorpresa che la Cattedrale era stata edificata su alcune preesistenti costruzioni, alcune delle quali risalenti addirittura all’età del ferro7.

Le evidenze archeologiche suggerivano che l’area fosse stata adibita a necropoli sin dal tempo dei Peucezi, una delle antiche popolazioni pre-romane della Puglia. L’ambiente dell’ipogeo, cui è possibile accedere attraverso un’intercapedine sul fianco della navata destra, fu poi riutilizzato dai Romani. Vivide testimonianze di questa fase sono le tracce di mosaici pavimentali, appartenenti a una Domus di età imperiale.

In epoca medievale, contestualmente all’edificazione della precedente cattedrale, l’intero complesso venne reimpiegato come area di sepoltura cristiana.

Le tombe al momento del rinvenimento erano ancora intatte. I preziosi corredi funerari contenevano crocifissi, orecchini, anelli e fibule dell’epoca.

Samuele Corrente Naso

Mappa dei luoghi

Note

  1. F. Ughelli, Italia Sacra, 1643. ↩︎
  2. C. Bucci, Ruvo, La Cattedrale, Pubblicità e Stampa, 2003. ↩︎
  3. G. de Turris, Visita ad Limina, 1749. ↩︎
  4. C. Bucci, Il Sedente della Cattedrale Romanica di Ruvo di Puglia, 1989. ↩︎
  5. Ibidem nota 2. ↩︎
  6. Isaia 53, 7. ↩︎
  7. R. CassanoFrammenti di Storia della città dallo scavo della Cattedrale di Ruvo, in Epigrafia e Territorio, 1987.   ↩︎

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