Nîmes, città augustea in Gallia

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Lungo la Via Domitia, importante arteria romana che da Torino giungeva sino in Iberia traversando la Valle del Rodano, s’incontrava la città di Nemausus, l’antica Nîmes. Partenio di Nicea tramandava una leggenda secondo cui vi sarebbe stato un eroe eponimo, figlio di Ercole e fondatore dell’insediamento, chiamato Nemausos1. La città, collocata in prossimità di una sorgente sacra alle pendici del Mont Cavalier2, prese invece il nome più verosimilmente dalla divinità delle acque adorata dalla tribù celtica a quel tempo ivi stanziata, i Volci Arecomici.

Tale villaggio, fortificato già dal III-II secolo a.C., verrà inglobato in una colonia romana di nuova fondazione dopo il 31 a.C., anno della vittoria di Augusto nella battaglia navale di Azio. Il futuro Princeps concederà alle truppe vincitrici, guidate dal fidato generale Marco Vipsanio Agrippa, di stabilirsi in questa parte della Gallia Narbonensis. A loro si deve l’emblema cittadino di Nîmes, ancor oggi in uso: un coccodrillo incatenato a una palma, rimando al vittorioso scontro contro Marco Antonio e l’egiziana Cleopatra.

La Porta di Augusto

Nel 27 a.C. Augusto proclamò la città colonia di diritto latino con il nome di Colonia Augusta Nemausus. Lo stesso Imperatore vi fece visita diverse volte, una delle quali intorno al 16 a.C., come attesta un’iscrizione sull’ingresso cittadino a lui dedicato. La Porta romana di Augusto costituiva l’accesso sud-est di Nîmes sulla Via Domitia, in direzione di Arlès. Fiancheggiata da torri laterali semicircolari, era parte integrante della cinta muraria fortificata in opus quadratum e opus cementicium, spessa 2,10 metri e lunga sei chilometri. La Porta di Augusto era costituita da quattro fornici, due maggiori per i carri e due per i pedoni. Entro nicchie ben rifinite erano collocate le statue dell’Imperatore e di Agrippa, divenuto nel frattempo suo genero, entrambi figure chiave dello sviluppo architettonico e urbanistico dell’antica Nemausus.

La Maison Carrée di Nîmes

Il legame tra Augusto e la città transalpina fu molto profondo, tanto che gran parte delle rimanenze oggi visibili appartengono a edifici eretti in suo onore. È il caso della Maison Carrée, “casa quadrangolare”, grandioso tempio votato al culto imperiale e costruito da Agrippa tra il 19 e il 16 a.C. Un’iscrizione posta sull’architrave del pronao3, in origine composta con lettere in bronzo e oggi intuibile solo attraverso i fori di sostegno, rivela che fosse dedicato a:

“C(AIO) CAESARI AVGVSTI F(ILIO) CO(N)S(VLI) L(VCIO) CAESARI AVGVSTI F(ILIO) CO(N)S(VLI) DESIGNATO PRINCIPIBVS IVVENTVTIS”

“A Gaio figlio di Cesare Augusto console, a Lucio figlio di Cesare Augusto console designato, Principi della Gioventù”.

Jean-François Séguier, Dissertation sur l’ancienne inscription de la Maison-Carrée de Nismes, 1759

Gaio e Lucio Cesare erano i figli di Agrippa e di Giulia, unica figlia naturale di Augusto. Quando Agrippa morì, nel 12 a.C., l’Imperatore adottò i due nipoti come eredi e ciò spiega l’importanza a loro tributata4. Entrambi furono designati consoli e pertanto assunsero il titolo di principes iuventutis. L’iscrizione dedicatoria della Maison Carrée si può collocare non più tardi al 2 d.C., anno in cui Lucio morì a Marsiglia per una improvvisa malattia5, senza poter mai rivestire l’agognata carica politica. Un anno e mezzo dopo si spense anche Gaio a causa di una ferita rimediata in Armenia6.

L’architettura della Maison Carrée

Il tempio di Nîmes, che si affacciava sul foro della città, appare straordinariamente preservato in quasi tutte le sue componenti, fatta eccezione per due portici laterali oggi perduti. Il monumento, in calcare locale, è pseudo-periptero esastilo di ordine corinzio. Si eleva su un podio costruito in opus quadraticum, cui si giunge attraverso una breve scalinata frontale di quindici gradini dal lato settentrionale. Sullo stesso asse si apre la cella, in origine rivestita da lastre di marmo e occupata da una grande statua di Augusto. Il tempio è sormontato da un frontone triangolare elegante ma sobrio. Lungo la trabeazione corre una cornice con mensole e, tranne sul lato settentrionale dove era posta l’iscrizione bronzea, un fregio con motivi vegetali, girali d’acanto e uccelli.

Si possono rintracciare i medesimi motivi stilistici presso il Tempio di Marte Ultore nel Foro di Augusto a Roma, il quale funse con ogni probabilità da modello di riferimento. A partire dal IV secolo la Maison Carrée venne riutilizzata come chiesa, ragione che sta alla base dell’ottimo stato di conservazione odierno.

Les Jardins de la Fontaine e il cosiddetto Tempio di Diana

Ancora alla figura di Augusto era dedicata un’ampia area santuariale ai piedi del Mont Cavalier, edificata per volontà dei cittadini di Nemausus sul luogo dell’antica sorgente sacra dei Volci Arecomici. Tale Augusteo ospitava diverse costruzioni a uso religioso, politico e sociale ed era delimitato su tre lati da un porticato, mentre a nord si adagiava sul pendio della collina. Sulla sommità del Mont Cavalier svettava la Tour Magne, una torre di origine gallica in seguito inglobata dai Romani nella cinta muraria.

Un ninfeo, provvisto di portici ed esedre semicircolari e rettangolari alternate, si innalzava su una piattaforma quadrangolare. Al centro dell’edificio v’era un’ara adibita al culto imperiale. Nel 1745 l’ingegnere reale Jacques Philippe Mareschal vi eresse un gruppo di statue, obbedendo a una precisa richiesta di Luigi XV. L’area del santuario, oggi nota come Jardins de la Fontaine, ospitava almeno un teatro e un tempio, di cui è riaffiorata parte del colonnato.

La funzione del cosiddetto Tempio di Diana resta invece un mistero. Tale edificio era composto da una cella centrale e da due corridoi laterali voltati, dai quali si accedeva a un vano superiore ormai perduto. Appurato che non si trattasse davvero di un tempio dedicato alla dea della caccia, è stato ipotizzato che potesse fungere da biblioteca. Ciò suggeriscono le nicchie scavate sulle pareti della cella, con frontoni triangolari e semicircolari.

L’anfiteatro di Nîmes

Ultimo dei grandiosi monumenti che esaltano la romanità antica di Nîmes è l’anfiteatro posto nella zona sud-orientale della città, uno dei meglio conservati in assoluto. L’Arena venne innalzata su due ordini di arcate doriche alla fine del I secolo d.C. Un velario, sostenuto da mensole a livello dell’attico, aveva la funzione di proteggere il pubblico durante le ore più calde del giorno.

La cavea poteva ospitare all’incirca ventitremila spettatori, i quali accedevano attraverso ampi vomitoria interconnessi da gallerie interne, ed era divisa in tre zone da un parapetto decorato con bassorilievi raffiguranti scene di combattimento. I cittadini di Nemausus si recavano all’anfiteatro proprio per assistere a questa tipologia di spettacoli, i ludi gladiatorii, una delle più apprezzate in tutto l’Impero.

Samuele Corrente Naso

Mappa dei luoghi

Note

  1. Stefano di Bisanzio, Ethnika, VI secolo. L’autore attribuisce l’etimologia del toponimo a Partenio di Nicea. ↩︎
  2. P. Gros, La France gallo-romaine, Parigi, 1991. ↩︎
  3. CIL XII, 3156. ↩︎
  4. Svetonio, Augustus, 64. ↩︎
  5. Cassio Dione, Storia Romana, 50, 10a, 9. ↩︎
  6. Svetonio, Augustus, 65-67. ↩︎

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