Milano insolita, tra leggende e segreti

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A Milano, tra le vie affollate, le luci e i ritmi della metropoli, si celano storie affascinanti, dettagli insoliti e piccoli segreti che solo uno sguardo attento può scovare. È qui che si cela la vera anima della città storica, nei particolari che sempre sono passati sotto i nostri occhi ma a cui non abbiamo dato la giusta attenzione. È sufficiente soltanto rallentare il passo e fermarsi, anzi soffermarsi, per scoprire una Milano insolita, talvolta nascosta, che mai avremmo immaginato.

Alcuni segreti del Duomo di Milano

Il Duomo di Milano non ha bisogno di presentazioni. L’edificio sorge nel mezzo di una monumentale piazza ed è la chiesa più grande d’Italia. Il Duomo, i cui lavori di edificazione iniziarono nel 1386 per volere del Duca Gian Galeazzo Visconti, è conosciuto in tutto il Mondo per il suo particolare stile d’ispirazione gotica. Eppure non tutti sanno che la facciata poté essere completata solo nel 1813 e il corredo scultoreo fu aggiunto nel corso dei decenni successivi. È la ragione per la quale troviamo alcuni elementi architettonici e decorativi molto particolari, che appartengono agli ideali politici e culturali ottocenteschi.

La Legge Nuova di Camillo Pacetti

Tra questi val la pena di citare la bella statua che adorna, a sinistra, il finestrone centrale sopra un’elegante loggia. È la Legge Nuova di Camillo Pacetti, opera del 1810. La scultura rappresenta una donna vestita con lunga tunica, poggiata su una croce e incoronata da una stella, mentre regge una fiaccola, simbolo di vittoria. È opinione diffusa che l’opera funse da fonte d’ispirazione per Auguste Bartholdi, artista francese che nel 1886 inaugurò a New York la ben nota Statua della Libertà1.

Il drago Tarantasio

Ancora sul prospetto del Duomo meneghino, a destra del portale principale, la scultura di un drago serpentiforme è legata a una leggenda molto popolare in Lombardia. Si dice che il mostro, chiamato Tarantasio, abitasse il lago Gerundo, un esteso acquitrino tra Lodi, Cremona e Piacenza, oggi non più esistente, terrorizzando tutti coloro che incontrava. Il drago trasmetteva un morbo incurabile e soprattutto divorava i bambini3. Giunse dunque un eroe, identificato nel capostipite dei Visconti da una tradizione successiva, che prosciugò il lago e uccise Tarantasio. Il popolo così si spiegava la scelta araldica del biscione da parte della nobile famiglia.

La meridiana del Duomo di Milano

Prima di proseguire sui nostri passi alla scoperta della Milano insolita, visitiamo gli interni del Duomo per osservare un lungo tracciato di ottone incassato nel pavimento all’inizio della navate e affiancato da formella marmoree con i segni zodiacali.

Si tratta della meridiana costruita nel 1786 dagli astronomi dell’Osservatorio di Brera per segnare il mezzogiorno astronomico. In quell’anno, infatti, il Regio Governo Austriaco decise di passare all’attuale sistema orario che divide il giorno in due parti uguali di dodici ore ciascuna, mentre prima il computo orario incominciava dopo il tramonto.

I segreti di San Bernardino alle Ossa a Milano

Non lontano dal Duomo, in Piazza Santo Stefano, sorge la chiesa di San Bernardino alle Ossa edificata nella seconda metà del Duecento. Le cronache storiche riferiscono che nel 1127 qui venne costruito un cimitero per accogliere i defunti del vicino Ospedale del Brolo4.

Tuttavia, nel 1210, quando il campo santo ebbe esaurito lo spazio disponibile, si decise la costruzione di un ossario. Nel 1642 il campanile della vicina basilica di Santo Stefano crollò su San Bernardino, che dovette essere ricostruita. Venne allora realizzato anche l’attuale ossario con teche a vista, macabro e raccapricciante secondo alcuni, misterioso secondo altri.

La basilica di Sant’Eustorgio e la tomba dei Magi

Non lontano dai navigli milanesi, s’incontra la basilica di Sant’Eustorgio, le cui origini sono paleocristiane e si datano al 3445. L’edificio è legato a una tradizione millenaria secondo la quale il vescovo Eustorgio ricevette in regalo dall’imperatore Costante I le spoglie dei re Magi. In principio si era pensato di collocare le reliquie nella basilica di Santa Tecla, all’interno del complesso episcopale che sorgeva presso il Duomo attuale, ma durante il trasporto, si racconta, i buoi che trainavano il carro si fermarono d’improvviso, senza alcuna intenzione di ripartire. Sant’Eustorgio interpretò questo evento come un segno e in quel punto fu costruita la basilica che oggi prende il suo nome.

Le sacre spoglie dei Magi furono in seguito trafugate da Federico Barbarossa che le portò a Colonia dopo il sacco di Milano del 1162. Eppure, nel transetto destro della basilica di Sant’Eustorgio un sarcofago romano in pietra ci ricorda ancora quale fosse il vero luogo del Sepulcrum Trium Magorum.

Le colonne di San Lorenzo

Davanti la basilica di San Lorenzo, nei pressi della medievale Porta Ticinese, si ergono sedici colonne, con capitelli corinzi e trabeazione. Sono le rimanenze di un portico quadrangolare che precedeva l’edificio paleocristiano. Nella porzione centrale un intercolumnio più ampio sormontato da un arco, rimaneggiato in età medievale, segnalava l’ingresso all’atrio. È possibile che le colonne di San Lorenzo non siano sempre state in quel luogo. Secondo alcuni studi potrebbero essere state reimpiegate da un tempio pagano del II-III secolo che sorgeva in piazza Santa Maria Beltrade6.

Leggende e segreti di Sant’Ambrogio a Milano: il serpente di Mosè e la colonna del diavolo

Nella basilica di Sant’Ambrogio, all’inizio della navata centrale, una colonna di granito, sorregge la statua di un serpente attorcigliato in bronzo. Secondo la tradizione popolare milanese si tratterebbe nientemeno che della scultura realizzata dal profeta Mosè durante l’esodo degli Israeliti nel deserto7. Il racconto biblico narra che Jahvè avesse inviato dei serpenti velenosi in mezzo a loro a causa della mancanza di fede. Ciò nondimeno, impietositosi, ordinò a Mosè: “Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita”. La scultura di serpente esposta a Sant’Ambrogio è invero un’opera medievale, dono forse dell’imperatore romano d’Oriente Basilio II all’arcivescovo di Milano Arnolfo che si era recato in visita a Costantinopoli nel 10018.

A Sant’Ambrogio un’altra colonna, situata nella piazza a sinistra della Basilica, è la protagonista di una curiosa credenza popolare. È chiamata “colonna del diavolo” in quanto su di essa si vedono due fori, i quali sarebbero la testimonianza della lotta tra il santo patrono Ambrogio e il demonio che vi lasciò l’impronta delle corna.

Il reperto, con capitello corinzio, in marmo cipollino, è di origini romane. È probabile che all’inizio del XIII secolo facesse parte del palazzo imperiale di Milano. Nel XIV secolo Galvano Fiamma raccontava che durante la cerimonia di incoronazione il sovrano del Sacro Romano Impero dovesse “abbracciare quella colonna dritta di marmo per significare che la giustizia in lui sarà diritta”9.

L’illusione prospettica del Bramante presso San Satiro

La chiesa di Santa Maria presso San Satiro fu voluta dal duca Gian Galeazzo Sforza alla fine del XV secolo e terminata sotto Ludovico il Moro. Il signore di Milano desiderava che uno splendido gioiello architettonico sorgesse là dove la tradizione venerava un’antica cappella del IX secolo dedicata a San Satiro10.

Il duca affidò i lavori al genio di Donato Bramante, architetto tra i più grandi del suo tempo. La nuova chiesa venne intitolata a Santa Maria in quanto, si narrava, nel piccolo sacello un quadro della Vergine aveva iniziato a sanguinare dopo che un folle l’aveva accoltellato.

Il Bramante intervenne nel progetto pochi anni dopo l’inizio dei lavori, che avevano preso avvio nel 1478, non senza grattacapi. Ben presto si accorse che nella pianta a croce commissa della chiesa non c’era spazio per il coro. L’architetto ideò perciò un finto coro dipinto in modo che una straordinaria illusione, una fuga prospettica costituita da rilievi in cotto, desse l’impressione di una profondità in realtà mancante.

Samuele Corrente Naso

Note

  1. Corriere della Sera, Milano Lombardia, 28 settembre 2009. ↩︎
  2. Di Andrzej Otrębski – Opera propria, CC BY-SA 4.0, link immagine. ↩︎
  3. V. Ferrari, Il Mare Gerundo tra mitografia letteraria e realtà geografica, in Tessere di geostoria cremasca e dintorni, 2, Edizioni Fantigrafica, 2022. ↩︎
  4. V. Bevacqua, L’Ospedale del Brolo, in La Ca’ granda: vita ospedaliera e informazioni culturali, IRCCS ospedale maggiore, anno XLV, 2, Milano, 2004. ↩︎
  5. Catalogus Archiepiscoporum Mediolanensium, in Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, vol. VIII, Hannover 1848. ↩︎
  6. M. T. Fiorio, Le chiese di Milano, Electa, 2006. ↩︎
  7. Libro dei Numeri 21. ↩︎
  8. Landulphi Junioris sive de Sancto Paulo Historia Mediolanensis ab anno MXCV usque ad annum MCXXXVII, a cura di Carlo Castiglioni, in Rerum Italicarum Scriptores, V/3, Bologna, Zanichelli, 1934. ↩︎
  9. Galvano Fiamma, Chronica pontificum Mediolanensium. Edizione critica, a cura di Federica Favero, Firenze, 2018. ↩︎
  10. P. Mezzanotte, G. Bascapè, G. Mezzanotte, Milano nell’arte e nella storia, Bestetti, 1968. ↩︎

Autore

Samuele

Samuele è il fondatore di Indagini e Misteri, blog di antropologia, storia e arte. È laureato in biologia forense e lavora per il Ministero della Cultura. Per diletto studia cose insolite e vetuste, come incerti simbolismi o enigmatici riti apotropaici. Insegue il mistero attraverso l’avventura ma quello, inspiegabilmente, è sempre un passo più in là.

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