Milano insolita e nascosta

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Milano, nella sua più totale accezione metropolitana, è un salto inaspettato. A volte occorre trattenere il respiro e lanciarsi, che sia tra la folla frenetica della metro o all’interno di una silenziosa basilica, essa si trasforma imprevedibilmente. E con la città tutto muta: lo scorrere del tempo, la percezione del visitatore, il nostro stesso incedere. Occorre indossare abiti nuovi, scevri da preconcetti ancestrali, e improvvisarsi veri urban explorers per resistere allo stupore sconvolgente. Milano ricorda un po’ quella donna misteriosa e trasandata, ma che potrebbe lasciarti senza fiato con uno sfarzoso cambio d’abito, letteralmente da un momento all’altro.  Così non è inusuale passare dal grigiore di un asfalto bollente d’agosto a luoghi di straordinaria bellezza e ristoro spirituale. Chi non conosce il Duomo di Milano? Chi non ha mai osservato le sue guglie, quasi veleggianti, stagliarsi nel cielo lombardo?

La Statua della Libertà a Milano

Tuttavia, è nei dettagli che risiede la vera essenza della città, di quella Milano insolita, ben lontana dal mostrarsi spontaneamente. Non vi è nulla di più inaspettato di un particolare che è sempre stato lì, al suo posto, ma che, per qualche ragione insospettabile, non avevamo ancora considerato. Il Duomo è l’emblema di questa rivelazione. Sembrerebbe folle, ad esempio, affermare che sulla sua facciata si stagli fiera… la Statua della Libertà. Eppure, al secondo sguardo, eccola apparire in tutta la sua magnificenza! Certamente non si vuole qui scomodare il colosso che accoglie i turisti a New York, ma di una sua controparte clamorosamente similare.

Didascalia: La Legge Nuova di Camillo Pacetti, 1810. Situata sulla facciata del duomo, a sinistra sopra il portale principale.

Ad un attenta ricerca si può scoprire che tale scultura, chiamata La Legge Nuova, sia opera di Camillo Pacetti (1810). Essa è, pertanto, precedente all’opera di Frédéric Auguste Bartholdi presso New York (1855) e potrebbe aver fornito la giusta ispirazione all’autore francese [1].

Il drago Tarantasio

Tra i fregi che adornano la facciata del Duomo di Milano ve ne sarebbe, inoltre, uno legato ad una leggenda particolarissima. Si tratta della raffigurazione di Tarantasio, un drago mitologico che terrorizzava gli abitanti del lago Gerundo a Lodi.

Secondo la leggenda, il drago non permetteva la navigazione dello specchio d’acqua, divorava i bambini e perfino trasmetteva un morbo incurabile. Ma ecco giungere l’eroe, capostipite della famiglia dei Visconti, uccidere Tarantasio e prosciugare il lago. La narrazione attribuisce a questo epos la scelta del biscione, la creatura sconfitta, come stemma della nobile famiglia milanese.

San Bernardino alle Ossa

Non lontano dal Duomo, in Piazza Santo Stefano, sorge la chiesa di San Bernardino alle Ossa. L’edificio è oggi famoso per una inquietante caratteristica che lo contraddistingue e lo rende meta di numerosi visitatori. Al suo interno, infatti, è custodito un ossario a vista, dall’aspetto tanto fiero e contemplativo, quanto macabro. In realtà, un primitivo edificio rispetto alla cappella-ossario, cui si accede appena a destra dopo l’ingresso alla chiesa di San Bernardino, è ben antecedente alla stessa chiesa. Le cronache storiche riferiscono della costruzione di un cimitero nel 1127 [2], che aveva il compito di accogliere i corpi dei defunti del vicino Ospedale del Brolo. Quando, tuttavia, il campo santo ebbe esaurito lo spazio disponibile, si decise la costruzione di una camera per accogliere le ossa disseppellite.

Soltanto successivamente (1269) sorse la piccola chiesa di San Bernardino. La quasi totalità dell’architettura dell’edificio come oggi appare, le decorazioni e persino la dedicazione al santo risalgono al diciassettesimo secolo, a causa dei totali rimaneggiamenti cui fu sottoposto. E’ in questo periodo che le ossa, provenienti dall’antico ossario, furono disposte con stile nelle teche della cappella dedicata. Certamente ci aspettavamo che la Milano insolita, per definizione, dovesse essere anche un po’ raccapricciante!

Milano insolita e storica: la basilica di San Lorenzo e le colonne

Le colonne di San Lorenzo di Milano rappresentano un elegante complesso architettonico situato oggi davanti la Basilica di San Lorenzo, nei pressi della medioevale Porta Ticinese. Si tratta di sedici colonne sormontate da capitelli corinzi e un architrave. Esse rivestono un’importanza archeologica fondamentale, in quanto sono tra le poche rimanenze dell’epoca romana della città. Alcuni studi [3] dimostrano che le colonne erano originariamente parte di un tempio pagano del II o III secolo. L’odierna disposizione, invece, è medioevale.

Assai più arduo, per quanto possa sembrare strano, è invece comprendere l’origine della stessa Basilica di San Lorenzo. In effetti, la totale mancanza di documentazioni storiche sino al Rinascimento, la rende un vero oggetto misterioso. E’ noto che essa dovesse rappresentare uno dei maggiori monumenti dell’Europa Cristiana sin dalla sua costruzione [4], tuttavia banalmente non si sa che cosa fosse in principio l’edificio, né il perché fu costruito. Nel corso della storia, le teorie sull’origine della basilica di San Lorenzo sono state molteplici e disparate; c’è chi ha suggerito che essa derivi da un antico tempio dedicato ad Ercole [5] e avente la forma del Pantheon romano, chi sostenne la tesi di un edificio termale. Secondo una tradizione popolare l’edifico nacque addirittura come Mausoleo di Galla Placidia. Altri autori sostengono che la basilica nacque originariamente come tempio Ariano [4].

Recenti scavi hanno messo in luce il probabile periodo di edificazione della basilica di San Lorenzo: si tratterebbe del V secolo. Tale rilevazione rende plausibile l’ipotesi che l’edificio fu costruito come chiesa palatina sotto Flavio Stilicone. In ogni caso, l’attuale aspetto è dovuto dapprima  ai rifacimenti medioevali e romanici e in seguito a quelli seicenteschi (la cupola crollò e fu ricostruita secondo i canoni dell’epoca).

La basilica di Sant’Eustorgio e la tomba dei Magi

Non lontano dalla Basilica di San Lorenzo, sorge un altro dei più importanti monumenti di culto della città: la Basilica di Sant’Eustorgio. Proseguendo verso i navigli milanesi, ecco stagliarsi la sagoma dell’edificio paleocristiano, risalente al 344. Secondo una tradizione millenaria, il vescovo Sant’Eustorgio ricevette in regalo dall’imperatore romano Costante I un sarcofago di pietra, contenente le spoglie dei re Magi. Tale reliquia doveva provenire da Costantinopoli, ivi collocata dalla madre di Costantino, Sant’Elena. Inizialmente il sarcofago doveva essere collocato presso la Basilica di Santa Tecla (nell’area in cui oggi sorge il Duomo) ma durante il trasporto, si racconta, i buoi che trainavano il carro si fermarono improvvisamente, senza alcuna intenzione di ripartire. Sant’Eustorgio interpretò questo evento come un segno: in quel punto fu costruita la basilica che oggi prende il suo nome.

In effetti, nel transetto destro dell’edificio è situato un enorme sarcofago di pietra. Al suo interno è, tuttavia, vuoto. Durante il saccheggio di Milano del 1162 le spoglie dei Magi furono trafugate, nonostante il disperato tentativo dei cittadini di nasconderle [6]. I resti furono condotti a Colonia e conservati presso il Duomo. Soltanto nel 1903 una piccola parte delle spoglie furono restituite alla Basilica di Sant’Eustorgio e figurano oggi all’interno di una teca.

L’illusione ottica di Santa Maria presso San Satiro

La chiesa di Santa Maria presso San Satiro fu voluta dal duca Gian Galeazzo Sforza alla fine del quindicesimo secolo e terminata sotto Ludovico il Moro. Secondo il progetto originale, essa doveva rifulgere splendente tra le vie di Milano, al pari di uno straordinario gioiello rinascimentale. Per tali ragioni, la costruzione fu affidata addirittura al genio di Donato Bramante. Il Bramante dovette inglobare una preesistente cappella dedicata a San Satiro e Sant’Ambrogio e risalente all’876 [7]. Il sacello risultava piuttosto famoso a causa di un miracoloso avvenimento, datato al 1242. Quando un uomo squilibrato, di nome Massazio da Vigolzone, accoltellava la statua della Madonna posta al suo esterno, quella cominciava a sanguinare copiosamente davanti gli astanti.

La conservazione del culto mariano fu verosimilmente uno dei motivi che spinse Gian Galeazzo Sforza a commissionare la costruzione della nuova chiesa presso San Satiro, oltre che per ovvie ragioni di prestigio. I lavori iniziarono nel 1478 e si conclusero  soltanto nel 1518 [3]. Durante questo arco di tempo il Bramante dovette ingegnarsi a risolvere problemi architettonici di non poco conto. Tra questi ve n’era uno particolarmente arduo: non vi era, infatti, sufficiente spazio per la realizzazione del coro della chiesa, ovvero la porzione dove viene posto l’altare maggiore. Ma ecco manifestarsi il genio! Donato Bramante optò per una fuga prospettica che donasse maggiore profondità al corpo dell’edificio. In poche parole, egli dipinse un finto coro! Si tratta di una delle più straordinarie illusioni prospettiche esistenti al Mondo, vedere per credere! Milano insolita è pronta a stupire anche te.

Samuele Corrente Naso

Note

[1] Corriere della Sera – Milano Lombardia, Lunedì 28 settembre 2009, p. 1 e 5.

[2] L’Ospedale del Brolo, Bevacqua, Vincenzo,

[3] Le chiese di Milano, Maria Teresa Fiorio, Electa, 2006

[4] La basilica di San Lorenzo in Milano, Gian Alberto Dell’Acqua, 1985.

[5] Il ritratto di Milano diviso in tre libri, Carlo Torre, Stamperia Agnelli, 1714.

[6] Le reliquie furono nascoste presso la Chiesa di San Giorgio, ma l’arcivescovo Rainald von Dassel se ne accorse e le trasferì a Colonia.

[7] Milano nell’arte e nella storia, Paolo Mezzanotte, Giacomo Bascapè, Gianni Mezzanotte, Bestetti, 1968

 

Autore

Samuele

Samuele è il fondatore di Indagini e Misteri, blog di antropologia, storia e arte. È laureato in biologia forense e lavora per il Ministero della Cultura. Per diletto studia cose insolite e vetuste, come incerti simbolismi o enigmatici riti apotropaici. Insegue il mistero attraverso l’avventura ma quello, inspiegabilmente, è sempre un passo più in là.

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