La Cattedrale di Notre-Dame a Strasburgo fu costruita per accogliere la luce. Fulgidi raggi al tramonto accendono di colore ogni sfaccettatura della pietra, l’arenaria rosa dei Vosgi si ammanta d’incanto a ogni riflesso. La luce illumina la facciata d’infinito, trasluce tra le vetrate policrome e il rosone, inondando come un fuoco ardente le navate gotiche. Sul prospetto si rivela un ricco ricamo di guglie, pinnacoli e colonne filiformi, merletti di pietra risplendono al calare del sole alla sera. Quale meraviglia? E quanta storia dietro una delle cattedrali gotiche più imponenti di tutta la cristianità.

Un luogo sacro lungo i secoli
La cattedrale di Notre-Dame di Strasburgo sorge nella porzione meridionale della Grande Île, luogo legato al sacro da tempi immemori. Quando la città era ancora agli albori della sua storia e costituiva il castrum romano di Argentoratum, fondato nel 12 a.C., dove nell’88-90 d.C. si era stabilita la Legio VIII Augusta, qui si trovava un santuario dedicato a divinità pagane. Sotto un grande pilastro a nord-ovest della navata centrale della cattedrale alcuni lavori hanno riportato alla luce una stele di Mercurio con due raffigurazioni di Epona, dea celtica dei cavalli1.
L’avvento del Cristianesimo e l’antica cattedrale di Strasburgo
A Strasburgo il cristianesimo giunse già nella prima metà del IV secolo. Un vescovo Amandus Argentoratensium è citato in alcuni atti altomedievali che trascrivono l’elenco dei partecipanti a un sinodo che si sarebbe tenuto a Colonia nel 346. Sebbene l’autenticità di questa fonte sia stata messa in dubbio, la lista dei vescovi corrisponde alla perfezione con quella riportata da Atanasio di Alessandria per il Concilio di Sardica del 3432. Atanasio era contemporaneo agli eventi da lui descritti, pertanto possiamo affermare che vi fosse a quel tempo davvero un presule chiamato Amand. Al IV-V secolo bisogna pure far risalire una vasca battesimale rinvenuta sotto la cappella di Saint Laurent di Notre-Dame3.
Tuttavia, questi elementi non sono sufficienti per affermare che a Strasburgo vi fosse una cattedrale paleocristiana, di cui esistenza e localizzazione sono molto incerte. La prima sicura testimonianza di un edificio adibito a sede diocesana risale al 728, quando il vescovo Remi consacrò l’altare maggiore a Maria4. Lo stesso presule nel suo testamento, datato 778, chiedeva di essere sepolto nella cripta5.

La cattedrale ottoniana di Strasburgo
Questa cattedrale arse nei primi anni dell’XI secolo, quando Strasburgo venne assediata da Ermanno II di Svevia, pretendente al trono del Sacro Romano Impero dopo la morte senza eredi di Ottone III6. Il vescovo della città, Werner I d’Asburgo, sosteneva infatti Enrico II il Santo, colui che infine divenne imperatore. Al termine delle guerre di successione la cattedrale di Strasburgo era ridotta a un cumulo di macerie. Il vescovo Werner dovette dunque farla ricostruire da cima a fondo, forte del sostegno imperiale. Gli Annali di Marbach, redatti intorno al 1290 ma basati sulla Chronica de duabus civitatibus di Ottone di Frisinga (1112-1158), rivelano che i lavori del nuovo edificio romanico incominciarono nel 1015: “Anno Domini MXV. Monasterium Sancte Marie in Argentina surgit primo a fundatione sua“7.
La cattedrale di età ottoniana venne conclusa tra il 1040 e il 1050, durante l’episcopato di Guglielmo, e sappiamo dalle rilevazioni archeologiche che fosse imponente8. La facciata era affiancata da due tozzi campanili, la pianta suddivisa in tre navate con copertura lignea e abside quadrangolare sormontata da una torre. Di essa sono sopravvissuti solo alcuni elementi: un pilastro angolare nell’attuale cappella di Saint-Jean e due pilastri della cripta.
L’edificio venne infatti colpito da crolli e numerosi incendi che richiesero per tutto il secolo successivo ingenti riparazioni. Il giorno di Natale del 1074, a causa di un temporale, una porzione della torre absidale rovinò su alcuni sventurati sotto gli occhi dell’imperatore Enrico III9. Gli Annali di Marbach riportano che la cattedrale arse negli anni 1136, 1140 e nel 115010. Ogni volta venne ricostruita fedelmente, se non per la facciata occidentale che fu rinnovata attraverso l’innalzamento dei campanili. Nel 1176 le fiamme divamparono ancora una volta e i lavori di riparazione apparivano talmente gravosi che si decise per una totale ricostruzione.
La nascita di una cattedrale gotica
Era questa l’alba della cattedrale gotica ammirabile ancor oggi. Venne edificata dal 1180 sulle stesse fondamenta che avevano accolto la struttura ottoniana del 1015, ma fin da subito fu chiaro che dovesse innalzarsi ancora più imponente sino a sfidare il cielo. I lavori presero avvio sotto la supervisione del vescovo Henri de Hasenbourg, con l’appoggio dell’imperatore svevo Federico I Barbarossa. Per prima venne ricostruita l’abside, ancora su modelli di ispirazione romanica, quindi fu innalzata un’ardita cupola ottagonale sulla crociera. Dal 1190 circa vennero rinnovati i bracci del transetto. Quindi, con l’insediamento del vescovo Enrico II di Veringen si innalzò la navata, sostenuta all’esterno attraverso un sistema di contrafforti e archi rampanti per alleggerire le pareti e dare spazio a meravigliose vetrate policrome. È qui che lo stile può dirsi ormai pienamente gotico.

La navata venne completata soltanto intorno al 1275. Il 25 maggio 1277 il vescovo Corrado di Lichtenberg posò la prima pietra di una nuova, grandiosa, facciata gotica rivolta a occidente. Sappiamo che il magister operis di questa impresa fu l’architetto tedesco Erwin von Steinbach. Negli anni seguenti i lavori passarono nelle mani del figlio Johannes e poi del nipote Gerlach. Il progetto originario prevedeva l’erezione di due torri sul prospetto occidentale ma il Comune di Strasburgo, proprietario della cattedrale, aveva ambizioni ancor più grandi. Il consiglio della città decise di costruire un solo campanile a nord, a patto che fosse il più alto in tutta Europa. Nel 1399 Ulrich d’Ensingen edificò un alto basamento ottagonale. Infine, nel 1439 Jean Hültz terminò la vertiginosa guglia, alta 142 metri, che svetta imperiosa su Strasburgo. Agli uomini di quel tempo sembrò “l’ottava meraviglia del Mondo”.

La cattedrale gotica di Strasburgo
La sensazione di meraviglia che si prova osservando il prospetto occidentale di Notre-Dame, affacciato su una breve piazza che ne esalta il verticalismo, è ancora attuale ai nostri giorni. La facciata appare d’improvviso tra gli edifici di Rue Mercère, asimmetrica e scandita da contrafforti, suddivisa su tre ordini orizzontali da cornici ornamentali.

I tre portali della facciata occidentale
Il livello architettonico inferiore ospita i tre ampi portali d’accesso, strombati e sormontati da archi a sesto acuto di grande eleganza. Gli ingressi sono caratterizzati da un’impressionante moltitudine di cicli scultorei, di ottima fattura realizzativa. Innanzi al prospetto della cattedrale di Strasburgo ben si comprende il concetto medievale della Bibbia di pietra: attraverso la scultura i fedeli apprendevano le Sacre Scritture e si avvicinavano alla Grazia divina.

Il portale maggiore
Il portale centrale è coronato da una ghimberga con la rappresentazione di re Salomone assiso su un trono. La duplice scalinata che conduce al suo cospetto è sorvegliata da leoni, e altri due esemplari dello stesso animale porgono riverenza alla Vergine con bambino raffigurata in cima alla cuspide.

Lungo gli archivolti del portale ecco il susseguirsi di una miriade di personaggi del Vecchio e del Nuovo Testamento. Presso il timpano, suddiviso in quattro fasce figurative, si snodano le Storie della vita di Cristo. La vicenda terrena del Messia incomincia nella fascia inferiore con l’ingresso a Gerusalemme, quindi seguono l’Ultima cena, il tradimento e l’arresto, la flagellazione alla colonna. Nelle fasce intermedie: l’incoronazione di spine, la salita al Calvario, la crocefissione, la deposizione dalla croce, la sepoltura. Quindi la discesa agli inferi di Cristo, il riscatto di Adamo ed Eva, la resurrezione dai morti e l’incontro con i discepoli che lo riconoscono toccandogli le piaghe. La fascia superiore contiene la sola raffigurazione dell’Ascensione in cielo.

Lungo le strombature del portale si stagliano invece le figure ieratiche di dieci profeti, sono coloro che hanno preparato la venuta di Cristo sulla terra. Il portale maggiore è a doppio battente ed è suddiviso da un pilastro scolpito con una Vergine incoronata che regge il bambino.
I portali laterali
L’ingresso di sinistra ospita nel timpano le Storie dell’infanzia di Cristo e presso le strombature le personificazioni delle Virtù che schiacciano i Vizi con delle lance. Il portale di destra è istoriato con uno scenografico Giudizio Universale presso il timpano. Sulla sommità Cristo in trono mostra le piaghe sulle mani, affiancato da due angeli che reggono gli strumenti della Passione. Sulle strombature sono collocate le vergini stolte e le vergini sagge del racconto evangelico. Le fanciulle sagge sono ritratte in atteggiamento di umiltà e compostezza mentre accompagnano lo sposo celeste. Le vergini stolte, sul lato opposto, ridono e scherzano in compagnia di una figura diabolica che porge loro una mela, frutto del peccato originale.

La grande rosa della cattedrale di Strasburgo
Al centro dell’ordine centrale spicca il meraviglioso rosone, uno dei più grandi d’Europa, ornato con vetrate policrome che rappresentano spighe di grano. Ai suoi lati, entro nicchie ricavate nei contrafforti furono collocate le statue equestri di Clodoveo (466-511), re dei Franchi che per primo si convertì al cristianesimo e si battezzò, sovrano al quale la tradizione attribuisce la fondazione dei primi edifici di culto di Strasburgo; di Dagoberto (610-639 circa) che fondò la diocesi; del re di Germania Rodolfo I d’Asburgo (1218-1291). Il rosone è sormontato da una finta loggia che ospita le statue degli apostoli. Ancora più su il livello superiore della facciata si compone di una balaustra con finestroni.

Le navate
Una volta penetrati all’interno della cattedrale si viene investiti da un abisso di pace e da un sublime gioco di luci e ombre. Si accede dapprima al nartece, sul quale si affacciano alcune vetrate con un Giudizio universale e le Storie della Genesi, posto in collegamento con il corpo principale dell’edificio. La Cattedrale di Notre-Dame possiede una pianta a tre navate con transetto e abside semicircolare. Possenti pilastri a fascio reggono le volte a crociera ogivali costolonate.

Le navate laterali sono rivestite sul perimetro murario da una finta loggia con colonnine e archi trilobati. Sopra di essa si aprono splendide vetrate policrome, originarie del XII secolo, come se ne osservano a Chartres. Nella navata settentrionale ecco stagliarsi le figure di Carlo Magno, degli Ottoni e degli imperatori del Sacro Romano Impero; la navata meridionale ospita invece un ciclo dedicato alla vita di Cristo e della Vergine.

Lungo la navata centrale, alta trentadue metri, a sette campate, si può osservare la scansione architettonica delle pareti verticali. A pian terreno si ripetono grandi archi acuti, divisi dai pilastri. Superiormente si eleva il triforio e, al livello più alto, il cleristorio, che si apre attraverso grandi vetrate del XIII secolo con rappresentazioni iconografiche di sante e santi. Sulla destra della navata centrale si innesta il pulpito in gotico fiammeggiante, adornato con sfarzo con decine di statue e una crocefissione da Hans Hammer nel 1485.
Il transetto e il presbiterio
Il transetto è suddiviso in quattro campate rette da due possenti e altissimi pilastri centrali. Nudo è quello di sinistra, mentre l’altro è accompagnato lungo il fusto da straordinarie sculture degli evangelisti, di angeli che suonano la tromba e in cima di un Cristo in Trono. Da qui il nome di Pilastro degli angeli o del Giudizio Universale.

Il presbiterio, ancora romanico in quanto fu la prima parte della cattedrale a essere costruita, è sopraelevato per lasciare spazio alla cripta. Gli affreschi che oggi si possono ammirare presso il coro vennero invece realizzati nel XIX secolo su ispirazione di modelli bizantini.
Samuele Corrente Naso
Note
- R. Forrer, Nuove scoperte e acquisizioni dal Museo preistorico e gallo-romano di Strasburgo, 1914-1924, in Anzeiger, n° 57-60, dicembre 1924. ↩︎
- M. Barth, Zum Kult der heiligen Bischöfe Amandus von Strassburg, Maastricht und Worms im deutschen Sprachraum, Freiburger Diözesanarchiv, 1971. ↩︎
- Si veda la pubblicazione degli studi al seguente link. ↩︎
- S. Bengel, M.-J. Nohlen, S. Potier, Bâtisseurs de cathédrales: Strasbourg, mille ans de chantier, in La grâce d’une cathédrale, La Nuée bleue, Strasbourg, 2014. ↩︎
- A. Kocher, Solothurner Urkundenbuch, 1, Solothurn, 1952. ↩︎
- Tietmaro di Merseburgo, Libro V, 12, in P. Bugiani, Chronicon. L’anno mille e l’impero degli Ottoni, collana Bifröst, Vocifuoriscena, Viterbo, 2020. ↩︎
- Annales Marbacenses qui dicuntur. Cronica hohenburgensis cum continuatione et additamentis neoburgensibus, G. A. Loud, The Marbach Annals, 1189-1200. ↩︎
- J.-P. Meyer, La cathédrale de Strasbourg: La cathédrale romane 1015-vers 1180, Strasbourg, Société des amis de la cathédrale de Strasbourg, 1998. ↩︎
- Dal manoscritto 537 della Bibliothèque de Nancy: “In natale Domini eo tempore ventus multa aedificia Argentinae urbus, maceria templi eversa, aliquos hominis in praesentia regis oppressit“. ↩︎
- Ibidem nota 6. ↩︎