Nel corso del XIII secolo uno dei più ambiziosi progetti per l’edificazione di una cattedrale gotica nella Francia meridionale prese avvio a Narbona, nell’Aude. Fu papa Clemente IV a volere un imponente duomo secondo lo stile architettonico delle monumentali basiliche del Regno nel nord. La costruzione sorse sul luogo di una chiesa più antica altomedievale, in prossimità del complesso episcopale narbonese, prestigiosa residenza e centro amministrativo degli arcivescovi. Nei disegni del pontefice la nuova cattedrale, dedicata a Saint-Just-et-Saint-Pasteur, doveva sorgere grandiosa, così da rappresentare un manifesto della potenza politica e spirituale della Chiesa in tutta la regione. Eppure il progetto non verrà mai portato a compimento. Alla metà del XIV secolo Narbona sarà travolta dalla peste e dalle conseguenze della guerra dei cent’anni.

Una fiorente città
Nel Medioevo Narbona costituiva uno dei centri più fiorenti d’Europa, collocato non distante dal litorale del Mediterraneo e in una posizione strategica per la viabilità della regione. Era stata infatti fondata come colonia romana dal generale Gneo Domizio Enobarbo, nel 118 a.C., con il nome di Narbo Martius, all’incrocio tra la Via d’Aquitania e la Via Domitia sulle rive del fiume Aude. La città possedeva uno sbocco sul mare, pur non essendovi direttamente affacciata, grazie agli ampi stagni che a sud costituivano un porto d’attracco per le navi commerciali.

All’alba del Duecento la sua principale attività economica era costituita da ricchi mercati, soprattutto lane e tessuti, esportati in varie parti d’Europa. Narbona era suddivisa dal canale Robine dell’Aude in due porzioni distinte, collegate da un ponte fortificato: sulla riva destra si estendevano i quartieri del borgo (Bourg), mentre il centro antico sorgeva sulla riva opposta (Cité).
La diocesi di Narbona e le precedenti cattedrali
Una cinta muraria esisteva sin dal 270 e a ridosso di essa, a nord-ovest del centro antico, la tradizione vuole che sia stata fondata una cattedrale all’indomani dell’Editto di Milano del 313, emanato da Costantino e Licinio. Primo vescovo della città sarebbe stato Paolo, inviato da Roma intorno al 250 per evangelizzare la Gallia1. Non vi sono notizie certe sulla chiesa paleocristiana, ma è probabile che tale antica costruzione subì le conseguenze di un incendio nel 441. L’edificio fu quindi ricostruito per impulso del vescovo Rusticus a partire dal 444 e consacrato appena un anno dopo, il 29 novembre 445, come attesta una lastra conservata nel museo Archeologico Narbo Via2. Sappiamo che in principio fosse dedicato a Saint-Genès d’Arles e che solo nel 782 venne intitolato ai martiri spagnoli Giusto e Pasteur3. Di questa basilica facevano parte due colonne romane, in origine provenienti dal foro cittadino e reimpiegate nella navata.
Nel IX secolo gli arcivescovi di Narbona vollero costruire un’ampia residenza episcopale e, a partire dall’890, Théodard fece rinnovare la cattedrale in uno stile che possiamo definire preromanico. Poco resta di questo edificio altomedievale, se non il tozzo campanile che si elevava sul transetto meridionale, oggi visibile dall’attuale chiostro.

La nuova cattedrale gotica di Narbona
All’alba del XIII secolo l’edificio carolingio era ormai in rovina. Nel 1268 Papa Clemente IV, con un atto di indirizzo politico, suggerì l’innalzamento di un’imponente cattedrale in quella ch’era stata la sua diocesi. Il pontefice chiese che venisse ideata in stile gotico, a imitazione delle basiliche settentrionali del Regno di Francia4. La prima pietra della nuova chiesa venne posata il 13 aprile 1272 dall’arcivescovo Maurin, che doveva essere ben contento di aumentare il prestigio della sua diocesi.

Dal 1286 i lavori furono affidati a Jean Deschamps, nominato magister principalis operis ecclesiae5 di un progetto che tuttavia era già stato avviato6. L’architetto, con ogni probabilità, era colui che aveva ideato le cattedrali di Clermont-Ferrand e Limoges, se non si tratta di un caso di omonimia. Dominique de Fauran e suo figlio Jacques innalzarono, in diversi momenti, le navate laterali e le basi delle torri. Il coro, con deambulatorio e cappelle radiali, poteva dirsi completato nel 1332. Raymond Aicard edificò le fondamenta del transetto (1336-1349), mentre l’alzato fu opera di Pierre Daniel de Carcassonne, che a partire dal 1349 realizzò anche il chiostro.

L’incompiuta cattedrale di Narbona
Il progetto per la cattedrale di Saint-Just-et-Saint-Pasteur prevedeva in origine un impianto a croce latina. Tuttavia, il Capitolo dei canonici non poté mai portarlo a termine. Si riuscì a completare soltanto la zona del coro, mentre rimasero abbozzati il transetto e l’inizio della navata. La cattedrale, come visto, sorgeva a ridosso della cinta muraria e per innalzare la navata sarebbe stato necessario abbattere una porzione della fortificazione. Ma nel 1337 le pretese al trono di Francia da parte di Edoardo III, re d’Inghilterra, avevano scatenato la guerra dei cent’anni. Le armate inglesi, guidate da Edoardo il Principe Nero, si trovavano sul suolo francese e i consoli di Narbona, rappresentanti della cittadinanza, si opposero con ogni mezzo alla demolizione delle mura. I canonici della Cattedrale, determinati a completare l’edificio, fecero appello al re Filippo VI e ne nacque una controversia che si prolungò per anni.

Nel 1348 giunse anche qui la terribile pestilenza che in quell’anno sconvolse l’Europa intera. Il morbo assestò un duro colpo alla locale economia e alle risorse per il cantiere edile dell’erigenda chiesa. Nel 1355 prese avvio la grande chevauchée del Principe Nero, che da Bordeaux giunse alle porte di Narbona l’8 novembre. La città riuscì a resistere all’assedio, pur subendo danni ingenti, ma l’evento dimostrò che non era saggio modificare le mura per far posto alla cattedrale. L’edificio rimase così incompiuto se non per sporadici lavori, mai portati a compimento. L’arcivescovo Charles Le Goux de La Berchère fece erigere parte della navata nel XVIII secolo. Anche l’architetto Viollet-le-Duc tentò invano di completare la Cattedrale di Saint-Just-et-Saint-Pasteur nel XIX secolo, ma la mancanza di fondi e alcune controversie gli impedirono di realizzare i suoi progetti.
Samuele Corrente Naso
Note
- Gregorio di Tours, Historia Francorum, I, 30. ↩︎
- C. Devic, J. Vaissète, Histoire générale de Languedoc, tomo XV, p. 371-372, n° 1290, 29 novembre 445. ↩︎
- C. Devic, J. Vaissète, Histoire générale de Languedoc., tomo II, Preuves, col. 48. ↩︎
- Archives Municipales de Narbonne, s. DD, 6 marzo-22 aprile 1349. ↩︎
- J. Nougaret, Narbonne, in E. Brivio, Repertorio delle cattedrali gotiche, Milano, 1986. ↩︎
- C. Freigang, Imitare ecclesias nobiles. Die Kathedralen von Narbonne, Toulouse und Rodez und die nordfranzösische Rayonnantgotik im Languedoc, Worms 1992. ↩︎