Augusta Praetoria, l’anima romana di Aosta

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Augusta Praetoria Salassorum era il nome della colonia che l’Imperatore Augusto fece collocare a guardia delle vie di transito alpine, e che oggi conosciamo con il nome di Aosta. Ivi, infatti, la strada consolare che da Milano (Mediolanum) conduceva alle Gallie si snodava in due principali assi viari: una diramazione si proiettava sino a Lione (Lugdunum) attraverso il valico del Piccolo San Bernardo, mentre l’altra oltrepassava il Gran San Bernardo e terminava a Martigny (Octodurus).

È interessante notare come il toponimo dell’insediamento romano disveli una molteplicità di significati storici. Aosta era innanzitutto Augusta, in quanto fondata dall’imperatore nel 25 a.C.; Praetoria giacché vi furono insediati circa tremila pretoriani; infine Salassorum poiché in queste zone, abitate sin dalla Preistoria presso l’area di Saint-Martin-de-Corléans, si stabilì la tribù celtica dei Salassi a partire dal II secolo a.C.. Roma aveva tentato di civilizzare tali popolazioni a più riprese: nel 143 a.C. il console Appio Claudio Pulcro aveva ottenuto una prima importante vittoria, tuttavia soltanto nel 25 a.C. le legioni di Varrone erano riuscite a sottometterle definitivamente. Si comprende, pertanto, quale fosse l’importanza di Augusta Praetoria per il controllo strategico e militare della regione.

L’Arco di Augusto

Si giungeva ad Augusta Praetoria, lungo la Via delle Gallie, oltrepassando l’Arco di Augusto. Il monumento fu eretto in onore del fondatore della colonia, Augusto, e aveva la funzione di rendere manifesta la potenza di Roma alle tribù sottomesse. L’arco, a un solo fornice e possenti pilastri in blocchi di conglomerato, è decorato con dieci semicolonne provviste di basi attiche e capitelli corinzi. Degli originali rilievi permane la trabeazione dorica con triglifi e metope, mentre l’attico è stato demolito nel XVIII secolo.

La struttura urbana di Augusta Praetoria

Augusta Praetoria fu costruita secondo i tipici canoni dell’urbanistica romana. L’abitato si snodava per mezzo di un caratteristico rettangolo la cui estensione dipendeva dal pendio del fondovalle circondato dalle montagne. Inoltre, l’insediamento aveva come naturali margini il corso del Buthier a est e quello della Dora Baltea a sud. Si accedeva ad Aosta attraverso gli ingressi posti alle estremità del decumano massimo, che rappresentava la prosecuzione della Via delle Gallie: Porta Praetoria e Porta Decumana.

Il cardo principale incrociava il decumano ad angolo retto e intercettava l’area cittadina del foro, avendo come accessi la Porta Principalis Sinistra e la Porta Principalis Dextera. L’intera struttura urbana era circondata dalla cinta muraria, che conserva ancora oggi quasi intatto il suo tracciato, in opus caementicium con ciottoli di fiume e malta.

Porta Praetoria

La Porta Praetoria, il principale ingresso della città, è costruita con blocchi di pietra e con l’ardesia anticamente estratta dal fondale fluviale; dell’originale rivestimento in marmi grigio-verdi e bianchi rimane solo qualche porzione. Essa è articolata su due contrapposte serie di archi, ciascuna provvista di tre aperture: quella centrale, più ampia, era destinata al passaggio dei carri, mentre le laterali fungevano da attraversamento pedonale. In epoca romana i varchi esterni di Porta Praetoria erano sbarrati da saracinesche che proteggevano la città. Allo stesso periodo sono ascrivibili le due torrette difensive che affiancano la struttura, sebbene nel tempo siano state rimaneggiate.

Il foro e il criptoportico di Augusta Praetoria

Il complesso forense di Augusta Praetoria era collocato all’incrocio tra il decumano massimo e il cardo principale. Tale area era interessata da una naturale pendenza del terreno da nord a sud, e si rese necessaria la realizzazione di un terrazzamento per colmare il dislivello. In cima alla piattaforma era pertanto collocata l’area sacra, presso la quale sorgevano due templi gemelli forse dedicati a Roma e ad Augusto, mentre inferiormente ad essa si sviluppava la piazza adibita alle funzioni pubbliche.

L’area di culto era delimitata da un criptoportico, ancora oggi quasi interamente conservato. Si tratta di una galleria seminterrata lunga circa duecento metri e disposta su tre lati, con duplice corridoio ad arcate ribassate realizzato per mezzo di pilastri in travertino e volte a botte. Il criptoportico fungeva, si ipotizza, da magazzino per le merci delle botteghe e delle tabernae che si affacciavano sul foro. Superiormente ad esso si sviluppava un pregevole colonnato marmoreo che incorniciava i templi.

L’area dei ludi

Nella parte nord-orientale del tracciato urbano di Augusta Praetoria si trovava l’area cittadina dedita ai ludi. Essa comprendeva un teatro monumentale, in grado di ospitare fino a quattromila persone, e un anfiteatro.

Il teatro romano di Aosta non è coevo alla fondazione della città da parte di Augusto ma appartiene a un’epoca successiva, coincidente probabilmente alla metà del I secolo.

Dell’originaria struttura è sopravvissuta, in eccezionali condizioni di conservazione, la facciata meridionale. Essa fornisce numerosi indizi su come dovesse apparire il teatro duemila anni fa. In primis si comprende che l’intera cavea dovesse essere racchiusa all’interno di un edificio alto più di venti metri e, con ogni probabilità, provvisto di una tettoia (theatrum tectum) per proteggere gli spettatori dall’abbondante neve invernale. La facciata meridionale, scandita da possenti contrafforti verticali, e costituita da grandi blocchi di pietra e travertino, è esternamente rifinita a bugnato grezzo. Il livello inferiore, contraddistinto da una serie di arcate a tutto sesto, è sovrapposto da tre ordini di finestre. Per avere un’idea della grandiosità dell’edificio basti pensare che la summa cavea giungeva sino al livello delle aperture superiori. Circa la porzione scenica permangono soltanto le fondamenta, ma è noto che avesse un prospetto ornato di colonne corinzie, marmi e statue.

In asse con il teatro si ergeva l’anfiteatro della città. Di esso si conservano solo alcune arcate del perimetro esterno, inglobate in un edificio religioso di Aosta, il convento delle suore di San Giuseppe. Non è stato ancora chiarito se l’anfiteatro, che anticamente poteva ospitare circa quindicimila persone su due livelli di gradinate, facesse parte del progetto urbano originario di Augusta Praetoria o se sia stato edificato nei decenni successivi.

Samuele Corrente Naso

Bibliografia

Appolonia, L., Fazari, M.C., Il Teatro romano di Aosta, Aosta, 2005.

Promis, C., Le Antichità di Aosta, Torino 1962, ristampa anastatica, Sala Bolognese, 1979.

Zanotto, A., Valle d’Aosta antica e archeologica, Aosta, 1986

Autore

Samuele

Samuele è il fondatore di Indagini e Misteri, blog di antropologia, storia e arte. È laureato in biologia forense e lavora per il Ministero della Cultura. Per diletto studia cose insolite e vetuste, come incerti simbolismi o enigmatici riti apotropaici. Insegue il mistero attraverso l’avventura ma quello, inspiegabilmente, è sempre un passo più in là.

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