Cozio, prudente e lungimirante Cozio, re dei Cozii. Quando Cesare fu assassinato nel 44 a.C., e Roma precipitò in una guerra civile incerta e sanguinosa, alcune delle tribù galliche stanziate a Settentrione colsero l’opportunità per ribellarsi. I Salassi a più riprese si arroccarono nei valichi alpini, nella speranza di affrancarsi dalle legioni, ma furono infine sottomessi in concomitanza con la fondazione di Augusta Praetoria. Cozio aveva ben compreso che i Romani, seppur impegnati in controversie politiche interne di grande rilevanza, costituivano un nemico troppo potente. D’altronde, già durante il regno di suo padre Donno, la tribù celto-ligure dei Cozii stanziata in Val di Susa, aveva scelto la via della collaborazione. Nel 61 a.C. essi avevano stipulato un trattato d’alleanza che consentiva alle legioni di Cesare di percorrere in sicurezza la via delle Gallie sino al passo del Monginevro.
Ciò aveva permesso ai Cozii di prosperare in pace per decenni; non dovette intravedere ragione alcuna, Cozio, per interrompere l’antico trattato di suo padre (foedus). Non solo, allorché Augusto assunse il potere d’imperatore a Roma, il re dei Galli si premurò di rinsaldare la vecchia amicizia. Nel 13 a.C. egli rinnovò l’alleanza e, per celebrare l’evento, fece inaugurare nella capitale Segusium, oggi Susa, un monumentale arco in onore dell’Imperatore (9-8 a. C.).

L’Arco di Augusto a Susa, monumento celebrativo di un’alleanza
L’Arco di Augusto di Susa fu realizzato in pietra locale calcarea e in marmo da maestranze italiche, in parte romane. Il monumento è a unico fornice con volta a botte. Gli archivolti sono sorretti da lesene con capitelli corinzi, il cui motivo è richiamato da quatto colonne sugli angoli esterni della struttura. Superiormente si sviluppano una trabeazione con fregio e l’attico con l’iscrizione dedicatoria.
Imp(eratori) Caesari Augusto, Divi f(ilio), pontifici maxumo, tribunic(ia) potestate XV, imp(eratori) XIII ; M(arcus) Iulius, regis Donni f(ilius), Cottius, praefectus ceivitatium quae subscriptae sunt: Segoviorum, Segusinorum, Belacorum, Caturigum, Medullorum, Tebaviorum, Adanatium, Savincatium, Egdiniorum, Veaminiorum, Venisamorum, Iemeriorum, Vesubianorum, Quariatium et ceivitates quae sub eo praefecto fuerunt1.


Il fregio si compone di quattro bassorilievi che raffigurano le cerimonie dell’alleanza tra Cozio e Augusto: un sacrificio di animali a scopo di purificazione (suovetaurilia); una scena rituale per i Dioscuri; i rappresentanti delle quattordici popolazioni che componevano i Cozii; l’ultima scena, purtroppo, è ormai illeggibile2. È d’uopo sottolineare come il monumento di Susa rappresenti un’eccezione. Esso è un raro esempio di arco celebrativo di un’alleanza, e non di una vittoria militare di Roma. Cozio lo fece edificare in un’area ritenuta sacra, come dimostra la presenza di un altare celtico situato nelle vicinanze, a testimonianza dell’importanza dell’evento a cui è dedicato.

Il periodo di dominio romano
I re dei Cozii governarono Susa ancora per due generazioni. Il nipote di Cozio, infatti, non ebbe eredi, e dopo di lui Roma amministrò direttamente la provincia. La città divenne così un importante insediamento posto a controllo della via che conduceva alle Gallie. I Romani non mancarono di edificare un anfiteatro (II secolo) e il foro cittadino, con un tempio sopraelevato, i cui resti giacciono in Piazza Savoia.

Nel III secolo essi inglobarono l’abitato all’interno della cinta muraria oggi visibile, che comprende le caratteristiche porte d’ingresso (Porta Savoia, Porta di Francia, Porta di Piemonte).

Il tracciato, di forma triangolare, aveva il compito di difendere la città dalle incursioni dei barbari.
Samuele Corrente Naso