I cristogrammi e il Monogramma di Cristo

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L’avvento di Cristo ha segnato una netta linea di demarcazione nella storia. Esso ha scatenato un susseguirsi ininterrotto di eventi che hanno influenzato in maniera determinante il contesto culturale dell’Europa sino ad oggi. Si pensi alla nascita della Chiesa; all’epoca paleocristiana, longobarda e bizantina; alla civiltà cattolica durante il Medioevo; alla scoperta dell’America…

Ciò nondimeno, la professione della fede cristiana fu per molto tempo osteggiata. I primi credenti, infatti, furono soggetti a feroci persecuzioni già in territorio ebraico, come riportano gli Atti degli Apostoli. Si citano, a titolo di esempio, le persecuzioni perpetuate da Erode Agrippa, che videro tra le vittime anche il primo martire cristiano, Stefano.

Una raffigurazione di Cristo (IV secolo), Catacombe di Commodilla a Roma

Le persecuzioni nell’Impero Romano

Erano questi gli albori delle primissime comunità di culto, le quali si sarebbero presto diffuse clandestinamente in tutto l’Impero Romano. Sebbene inizialmente essi venissero tollerati – il Cristianesimo era considerato dai pagani alla stregua dell’ateismo, di un fanatismo superstizioso o di una setta estremista dei Giudei – i primi contrasti con l’imperatore sorsero in seguito all’incendio di Roma del 64 d.C. sotto Nerone. I cristiani furono accusati, a torto o a ragione, di aver appiccato le fiamme [1] e condannati. Tra di essi subirono il martirio a Roma gli apostoli Pietro e Paolo [2].

Tacito riporta negli Annales [5] una nitida e tragica immagine delle persecuzioni: “coloro che morivano furono pure scherniti: coperti di pelli di bestie perché morissero dilaniati dai cani oppure crocifissi e dati alle fiamme perché, caduto il giorno, servissero come fiaccole notturne”. Celebre è peraltro l’immagine del Colosso di Nerone, innalzato presso il vestibolo della Domus Aurea, che i cristiani erano costretti ad adorare, e connesso al significato del numero della bestia 666.

L’area del Foro Romano. In lontananza si scorge il Colosseo, il quale prende il nome proprio dal Colosso di Nerone, un tempo eretto nelle sue immediate vicinanze.

Da Nerone in poi incominciarono feroci persecuzioni contro i cristiani, che si protrassero per diversi secoli ed ebbero il culmine sotto l’imperatore Diocleziano. Numerose testimonianze degli efferati supplizi pervengono dagli scritti di Lattanzio [2], Eusebio [3] e Plinio il Giovane [4].

I cristogrammi

L’aperta ostilità delle autorità civili e di quelle religiose pagane, costrinsero i cristiani ad adottare accurate strategie di sopravvivenza. Il culto non poteva essere celebrato alla luce del sole, era il tempo delle Domus Ecclesiae e delle catacombe. I messaggi cristiani dovevano, pertanto, essere veicolati in modo accorto. A tal fine si prestava la variegata simbologia paleocristiana: dalle raffigurazioni del Cristo imberbe ai più complessi cristogrammi.

Con il termine di “cristogramma” si intende, infatti, una combinazione di lettere greche o latine che stia ad indicare il nome di Gesù. Si tratta del simbolo inteso nella sua eccezione più puntuale: i cristogrammi erano noti soltanto agli appartenenti ad una ristretta cerchia culturale, e rimandavano ad un significato di culto più ampio non immediatamente percettibile. Tra questi saranno discussi il Chi Rho, l’Ichthys ed il Trigramma IHS.

Le persecuzioni dei cristiani cessarono ufficialmente il 30 aprile 311, allorché Galerio emanò l’Editto di Tolleranza. Com’è noto, poco dopo si collocano le vicende dell’imperatore Costantino, con la vittoria contro Massenzio al Ponte Milvio (312) e l’Editto di Milano (313), il quale conferiva la tanto agognata libertà di culto.

Ciò nondimeno, i cristogrammi, per la loro semplicità e gli eleganti simbolismi, vennero impiegati anche nei secoli successivi, sino a toccare l’apice di popolarità nel Medioevo.

Il cristogramma Chi Rho

Detto anche CHRISMON o Monogramma di Cristo, è formato da una X e una P sovrapposte, ovvero dalle iniziali della parola Χριστός’ (Khristòs) che si può tradurre fedelmente come “messia”.

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Il Chi Ro, uno dei cristogrammi più famosi

Ai lati della figura si trovano le lettere greche alfa e omega, il principio e la fine dell’Apocalisse. Cristo è l’inizio e il termine di tutte le cose.

Il Chi Ro naque nel III seolo d. C. ad uso privato e cominciò ad essere usato pubblicamente solo dopo l‘Editto di Milano dell’Imperatore Costantino, al termine delle persecuzioni dei Cristiani.

Da quel momento in poi, il simbolo fu posto sul labaro romano, lo stendardo che in battaglia accompagnava l’imperatore. Esso diveniva il segno della conversione dell’Impero Romano al Cristianesimo.

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Il cristogramma Ichthys

Il vocabolo ichthys è la traduzione latina della parola greca ἰχϑύς, che significa “pesce”.

Figurativamente si tratta di due semicerchi che si intersecano a formare proprio un pesce stilizzato.

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Le motivazioni dell’adorazione del simbolo da parte dei Cristiani, in quanto figura di Cristo, vanno ricercate nei Vangeli. Il passo Lc 5,10 recita infatti: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. E’ l’invito di Cristo a distaccarsi da tutto quello che l’uomo possiede per l’evangelizzazione.

Ciò nondimeno Ichthys è anche l’acronimo di Iesùs CHristòs THeù HYiòs Sotèr (Gesù Cristo figlio di Dio Salvatore).

Studi più recenti ipotizzano che esso possa derivare da una riscrittura del più antico simbolo della Vesica Piscis.

Il cristogramma IHS

Il Trigramma IHS (ΙΗΣ in greco) naque nel III secolo come nomina sacra, vale a dire come abbreviazione utilizzata nei manoscritti greci del Nuovo Testamento. Il simbolo abbrevia semplicemente il nome di Gesù: ΙΗΣΟΥΣ. IHS è anche l’acronimo della frase “In Hoc Signo vinces”. Lo storico Eusebio [3] narra tale scritta dovette comparire in visione a Costantino, a fianco di una croce, prima della battaglia di Ponte Milvio.

La più ampia diffusione del IHS si ebbe nel periodo medioevale quando il francescano San Bernardino da Siena ne fu il maggiore promotore. Dal XV secolo, per volere di papa Martino V, il simbolo venne rappresentato con una croce posta sopra la lettera centrale.

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Il cristogramma IHS tra i pittogrammi di Alberobello

Samuele Corrente Naso

Note

[1] Annali, Tacito

[2] De mortibus persecutorum, Latanzio.

[3] Storia ecclesiastica, Eusebio di Cesarea

[4] Panegirico di Traiano, Plinio il Giovane

[5] Decadenza e caduta dell’impero romano, E. Gibbon, Avanzini e Torraca Ed., Roma, 1968.

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