I simboli escatologici del duomo di Santa Maria Assunta a Crema

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Il duomo di Santa Maria Assunta sorse su una graziosa piazza nel centro urbano di Crema. La storia dell’edificio prese avvio dopo il 1159 quando la città, che parteggiava per i Guelfi, venne rasa al suolo dalle truppe imperiali di Federico Barbarossa. Subì la medesima sorte anche la preesistente Ecclesia Sancte Mariae e l’Imperatore, di certo per guadagnare la fedeltà del popolo, la fece ricostruire sotto nuove vesti. Le fondamenta di un’imperiosa cattedrale vennero ricavate a partire dal 1185. Il cantiere promosso dal Barbarossa segnò l’inizio di un’epoca di rinascita urbanistica per l’intera città.

La Cattedrale di Santa Maria Assunta venne edificata attraverso i nascenti stilemi gotici, che conferirono alla struttura una possente monumentalità. Inoltre, con molta attenzione vennero collocati sulla sua facciata piccoli elementi architettonici, simboli che rivelavano ai fedeli il disegno di salvezza divino per l’umanità.

Costruzioni preesistenti

La Cattedrale di Crema venne eretta sui resti di costruzioni più antiche che si sono stratificati nel corso dei secoli. Di una chiesa paleocristiana, chiamata dalla tradizione Santa Maria della Mosa1, non esistono fonti documentali, ma i lavori di restauro guidati da Amos Edallo tra il 1952 e il 1958 hanno portato alla luce alcuni elementi architettonici ascrivibili a una chiesa più antica, ampliata in epoca romanica. I resti si collocano a livello della zona absidale del Duomo odierno e in parte lungo le navate2.

L’Ecclesia Sancte Mariae de Crema

A partire dall’XI secolo fu avviata la costruzione di un impianto basilicale romanico, dalle fattezze e dimensioni simili a quelle dell’attuale cattedrale3. La chiesa è citata per la prima volta in un documento del 1098, con il quale Matilde di Canossa affidava Crema e l’Insula Fulcheria alle autorità civili e al Vescovo di Cremona come donazione temporanea4. Ciò nondimeno, solo a partire dal 1143 le fonti iniziano a parlare di Ecclesia Sancte Mariae de Crema. L’edificio romanico possedeva una struttura a tre navate, di cui quelle laterali dotate di volte a crociera, mentre quella centrale era a capriate lignee. La Chiesa di Santa Maria sopravvisse fino all’assedio di Federico Barbarossa (1159-1160), che ne causò la rovina.

Il nuovo duomo di Santa Maria Assunta a Crema

In seguito alla pace di Costanza del 1183, che sancì la fine della lotta tra la Lega Lombarda e Federico Barbarossa, si poté iniziare la ricostruzione di Crema. I lavori di edificazione del nuovo Duomo, iniziati nel 1185, si svolsero a fasi alterne, seguendo le vicissitudini giurisdizionali della diocesi e quelle locali tra Guelfi e Ghibellini. Ad esempio, nel 1212, il vescovo di Cremona acquisì il controllo ecclesiastico della città, decretando il blocco dei finanziamenti e l’interruzione del cantiere. I lavori poterono riprendere solamente sessantadue anni più tardi (1284), quando Crema rientrò a far parte della diocesi di Piacenza. L’artefice del rinnovamento del cantiere, che si protrasse sino al 1341, fu il vescovo Filippo Fulgosi.

Un edificio d’ispirazione cistercense

Il nuovo Duomo fu edificato seguendo i dettami stilistici della vicina abbazia cistercense di Cerreto: vanno in questa direzione la scelta delle tre absidi rette; le volte a crociera con modanatura torica dei costoloni; i rapporti di cubatura 1:3 tra l’abside maggiore e quelle laterali; il ricorso al mattone sagomato nelle nicchie dei muri laterali dell’abside maggiore e nella finestrella della cappella di San Pantaleone. Contestualmente, tra il XIII e il XIV secolo fu eretto il campanile, terminante con una lanterna ottagonale a cono. L’altezza della struttura campanaria ne permise l’utilizzo come torre di vedetta durante la signoria della famiglia Benzoni, e all’epoca del dominio veneziano sulla città.

Il gotico conferì al Duomo di Crema una nuova veste, in linea con il gusto dell’epoca. Circa un secolo più tardi, nel 1485, l’impianto strutturale subì ulteriori modifiche. L’abside maggiore venne esteso in lunghezza, quindi impreziosito con rilievi in cotto e con affreschi, oggi andati perduti. Inoltre, l’altare maggiore fu innalzato a seguito della costruzione della cripta, conclusasi nel 1523. Nel 1580 la chiesa di Santa Maria Assunta fu elevata al titolo di Cattedrale della Diocesi di Crema.

Gli interni della chiesa di Santa Maria Assunta vennero alterati con aggiunte barocche tra il 1776 e il 1780. Soltanto con i restauri di Amos Edallo si ripristinarono le originali fattezze gotico-romaniche.

Descrizione stilistica del duomo di Santa Maria Assunta a Crema

La Cattedrale di Crema si mostra con il caratteristico aspetto in cotto tipico dell’architettura lombarda. La facciata a capanna è tripartita verticalmente da semicolonne con archi a tutto sesto e termina con una struttura a vento, arricchita da una loggia con trentatré colonnine marmoree. Al centro fa bella vista di sé un rosone a raggiera in pietra di Saltrio.

Il portale principale, strombato, è sormontato da un architrave con clipei che raffigurano le cinque figure chiave della Chiesa: i sacerdoti, gli ordini monastici, i vescovi, i laici e l’Agnus Dei, ossia l’Agnello pasquale dell’Apocalisse, simbolo di Cristo5. La lunetta ospita le statue della Madonna con Bambino, di San Pantaleone, patrono della città, e di San Giovanni Battista, opera di maestranze campionesi.

Lateralmente, la struttura è suddivisa in cinque sezioni da contrafforti, ciascuna caratterizzata dalla presenza di ampie monofore. Sul fianco meridionale si aprono un piccolo rosone e un portale che ospita la scultura della Madòna del Póm, così denominata per via della mela che sorregge con la mano destra. La presenza del pomo è un rimando al peccato originale che Maria, la nuova Eva, redime attraverso la missione salvifica di Cristo suo figlio.

Interni del Duomo

L’impianto basilicale della cattedrale di Santa Maria Assunta a Crema è strutturato in tre navate di cinque campate con volte a crociera. Le colonne dividono le navate laterali, più basse, da quella centrale, e da esse dipartono le costolonature delle volte ogivali.

A destra dell’altare maggiore è posta la Cappella di San Pantaleone, medico di Nicomedia e martire durante le persecuzioni di Diocleziano. I cremaschi lo elevarono a patrono della città, ritenendolo l’artefice della liberazione di Crema dalla peste del 1361.

Dell’apparato decorativo originario rimangono attualmente solo frammenti. Sulla controfacciata sono presenti alcuni resti degli affreschi trecenteschi. Tra di essi si citano le rappresentazioni di una Maestà, di un santo che regge un libro, di una Madonna con il Bambino, e di figure di angeli. Di grande interesse il Crocifisso ligneo duecentesco, posto nella cappella a sinistra dell’altare, denominata per l’appunto Cappella del Crocifisso. Si narra che per intervento divino esso si salvò miracolosamente quando, nel 1448, il soldato ghibellino Giovanni Alchini lo gettò tra le fiamme. La parete absidale è dominata dalla Tela dell’Assunta di Vincenzo Civerchio (XV-XVI secolo). La terza navata sinistra ospita un’importante opera del pittore seicentesco Guido Reni, Cristo appare a San Marco.

I simboli della Cattedrale di Santa Maria Assunta a Crema

Oltre la bellezza architettonica, si resta affascinati dallo straordinario complesso di simboli che si celano dietro l’apparente austerità di Santa Maria Assunta. È questa la chiave per comprendere a pieno gli intenti dei magistri costruttori e l’iconografia dell’intero complesso. I simboli arricchiscono la facciata, accompagnano l’arte, idealmente accolgono il visitatore in un mondo fatto di fede e conoscenza. Attraverso di essi, come in un libro di pietra nascosto, si può leggere un racconto escatologico che, attraverso l’uso dell’allegoria spirituale, assume grande forza espressiva e concettuale.

Ad esempio, molti sono i rimandi alla numerologia sacra. Il rosone è composto da sedici colonnine quanti erano i profeti dell’Antico Testamento, nonché gli apostoli con i quattro evangelisti6. Sulla parte superiore della facciata, il ripetersi del numero tre nelle guglie e negli elementi decorativi simboleggia il mistero della Trinità, mentre le trentatré colonnine della loggia indicano gli anni di Cristo al momento della crocifissione.

La scacchiera, la palma e la formella a sette cerchi

Il contrafforte destro ospita una formella quadrata a scacchiera, nel Medioevo cristiano figurazione del dualismo tra il bene e il male. Sulla scacchiera, rappresentazione geometrica del cosmo ordinato, si scontravano angeli e demoni, essa era il luogo della battaglia in cui Cristo avrebbe sconfitto le tenebre alla fine dei tempi. Il simbolo è sormontato dalla palma, metafora del trionfo escatologico della vita sulla morte, prefigurazione della venuta ultima del Salvatore, la Parusia.

Sul contrafforte sinistro, entro una formella circolare, si osservano sette cerchi contenenti raffigurazioni a stella. Potrebbe trattarsi di un richiamo ai sette sigilli dell’Apocalisse che precedono la Parusia.

“E vidi nella mano destra di Colui che era assiso sul trono un libro a forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli. Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?”

Apocalisse 5, 1-2.

Sette è un numero simbolico, che rappresenta la totalità delle cose: sette sono i giorni della Creazione, i vizi capitali, le virtù dello Spirito Santo.

“Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato. Egli aveva sette corna e sette occhi, simbolo dei sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra”.

Apocalisse 5, 6.

La Stella Maris di Santa Maria Assunta a Crema

Subito al di sotto delle bifore a vela, sulla facciata, sono incastonate due raffigurazioni di una stella a cinque punte. È questa la Stella Maris di Maria, guida della notte a cui l’intero duomo è dedicato. La Vergine veniva riconosciuta dai pellegrini nella Stella Polare, punto di riferimento astronomico e quindi spirituale7.

“Se insorgono i venti delle tentazioni, se incappi negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria”.

Bernardo di Chiaravalle, Hom. II super “Missus est”, 178.

Il rimando simbolico a Maria, qui identificata attraverso la metafora di una stella luminosa, è soprattutto un riferimento alla lotta escatologica tra bene e male, come descritta dal Libro dell’Apocalisse:

“Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. […] Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi […]”.

Libro dell’Apocalisse 12

Il fiore ottopetalo

Due piccoli rosoni, inscritti all’interno della monofora sinistra, ospitano un fiore ottopetalo ciascuno. È necessario qui ricordare l’importanza del numero otto nella simbologia cristiana, che rinvia al concetto di eternità: ai sette giorni della creazione Cristo aggiunge il dì della resurrezione, della vita eterna. Il fiore ottopetalo completa l’allegoria iconografica che, attraverso i simboli, annuncia sulla facciata di Santa Maria Assunta la rinascita del cristiano dalle tenebre della morte.

Samuele Corrente Naso

Note

  1. Lidia Ceserani Ermentini, Il duomo di Crema, Quaderni della Camera di Commercio, Industria Artigianato e Agricoltura di Cremona, 1993. ↩︎
  2. A. Edallo, Diari per i restauri del Duomo di Crema 1952-1958, Lebs, Crema, 2002. ↩︎
  3. Ibidem. ↩︎
  4. Museo Civico di Crema, Insula Fulcheria. Rassegna di studi e documentazioni di Crema e del Cremasco, 2006. ↩︎
  5. L. Guerini, Un Duomo inedito, in Il Nuovo Torrazzo, La Cattedrale ritrovata, 2014. ↩︎
  6. G. Zucchelli, La facciata è trinitaria, in Il Nuovo Torrazzo, La Cattedrale ritrovata, 2014. ↩︎
  7. La traduzione del nome ebraico Miryam è “goccia del mare”, ossia Stilla Maris. Tuttavia, quando un copista riprodusse la traduzione di San Girolamo dell’Onomasticon di Eusebio di Cesarea, riportò erroneamente la dicitura di Stella Maris. Da quel momento essa entrò nell’uso comune. ↩︎
  8. P. L. Migne, CLXXXIII, 70-b, c, d, 71-a. ↩︎

Autore

Samuele

Samuele è il fondatore di Indagini e Misteri, blog di antropologia, storia e arte. È laureato in biologia forense e lavora per il Ministero della Cultura. Per diletto studia cose insolite e vetuste, come incerti simbolismi o enigmatici riti apotropaici. Insegue il mistero attraverso l’avventura ma quello, inspiegabilmente, è sempre un passo più in là.

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